Puglia: Scuole, ‘Si riapre tra incertezza sanitaria e caos organizzativo’

I sindacati chiedono unitariamente un incontro al governatore Emiliano

CRONACA
Iv.
02.01.2021 13:30

Foto di Wokandapix da Pixabay
Si avviano a conclusione le attività dei vari tavoli di “coordinamento” istituiti dall’ultimo DPCM presso le prefetture per regolare la ripresa delle attività nelle scuole superiori. Non nascondiamo la nostra delusione per la sostanza di gran parte delle decisioni assunte dai partecipanti ai tavoli fra i quali, è bene ricordarlo, non figuravano le scuole, sebbene esse siano a tutti gli effetti pubbliche amministrazioni dotate di autonomia funzionale e organizzativa riconosciuta dalla Costituzione. La delusione, che si muta in forte preoccupazione da parte dei dirigenti scolastici, che hanno la rappresentanza giuridica delle scuole, deriva dal fatto che le decisioni sono state assunte da altre e diverse amministrazioni sulla base di una valutazione del rapporto fra domanda di servizi di trasporto (da parte delle scuole e dei loro studenti) e offerta (da parte delle aziende che espletano i servizi). Salvo alcune locali eccezioni in cui sono stati promessi potenziamenti dei mezzi e dei servizi, di fatto i tavoli hanno preso atto della sostanziale rigidità dell’offerta e, quindi, hanno scaricato sulle scuole l’onere esclusivo di modificare la propria domanda attraverso la diversificazione in due turni degli orari di ingresso e di uscita, che è stata loro imposta dalle varie deliberazioni prefettizie. Pertanto, si ripete lo schema perverso che da mesi stiamo denunciando: i trasporti (e la sanità, e l’edilizia scolastica) non si adeguano né si potenziano significativamente, o rimandano tali eventi al futuro; le scuole, invece, oggi come ieri e come domani, si devono adeguare, con lo stravolgimento totale del loro assetto organizzativo, faticosamente raggiunto in mesi di lavoro ininterrotto, tra infinite e mutevoli disposizioni, norme e protocolli. Ribadiamo ancora una volta che la diversificazione in due turni apre più problemi di quanti non ne risolva: alcuni difficilmente affrontabili, sia a livello di rimodulazione degli orari delle singole discipline, sia a livello di riorganizzazione delle cattedre. Di questo nuovo “modello” organizzativo ne faranno le spese le famiglie e gli studenti, che vedranno l’orario scolastico dilatato fino alle ore pomeridiane, senza la possibilità di usufruire di una mensa e con scarso o nullo tempo per poter studiare a casa; i docenti, che avranno il proprio orario di lavoro spalmato su gran parte della giornata con una spaventosa quantità di “tempi morti” e gravi difficoltà di copertura delle cattedre su istituite fra più scuole; il personale ATA, con una copertura di tempo scuola difficilmente realizzabile con i contingenti assegnati (da ricordare la necessità di frequente igienizzazione dei locali, che aumenta ancora di più con il doppio turno di ingresso e di uscita degli studenti). E i dirigenti, costretti ad un continuo e faticoso rimaneggiamento dei quadri orari, in corso anche in questi giorni di vacanza. Avevamo proposto, e continuiamo a sostenere, uno schema alternativo: far tornare a scuola il 50% degli studenti ma con un unico turno di ingresso, e non già il 7 gennaio bensì più in là (il 15 o il 18) proseguendo ancora per qualche giorno nel regime di didattica a distanza adottato fino all’inizio delle vacanze natalizie. A parte il non trascurabile vantaggio di evitare alle scuole il caos organizzativo in cui verranno precipitate a partire dal 7 gennaio e quello di sgravare comunque il sistema dei trasporti dal 50% della popolazione studentesca, almeno fino a quando l’emergenza COVID non si attenuerà, si avrebbe l’ulteriore vantaggio poter verificare, prima del rientro a scuola in presenza, gli effetti che i comportamenti assunti durante le festività dai singoli cittadini avranno prodotto nell’intera popolazione in termini di contagio, previsione che rimane tuttora incerta e preoccupante. Questo abbiamo proposto ai vari “tavoli” regionali, l’ultimo dei quali tenutosi lo scorso 30 dicembre, al quale sono risultati però assenti, con nostro disappunto, proprio i rappresentanti della Regione Puglia. E continueremo a chiederlo alla stessa Regione, che ha il potere di attuare una simile misura.  Per questo, unitamente alle altre organizzazioni sindacali, abbiamo inoltrato al Presidente Emiliano ed ai suoi assessori alla salute, trasporti e istruzione, la richiesta di un incontro urgentissimo (si veda al link http://www.anppuglia.it/wp-content/uploads/2021/01/2020_12_30_Richiesta-unitaria_OOSS_incontro-urgente_Presidente-Emiliano.pdf). (Roberto Romito - Presidente Regionale ANP Puglia)

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