La galleria di collegamento dalla diga di San Giuliano
La galleria di collegamento dalla diga di San Giuliano

Lavori promessi e mai partiti, raccolti a rischio e preoccupazione crescente tra gli agricoltori. Con una lettera congiunta indirizzata a prefetto Paola Dessì, assessore regionale Donato Pentassuglia e commissario del Consorzio di Bonifica Centro Sud Francesco Ferraro, le sigle agricole CIA Due Mari, Coldiretti Taranto e Copagri Taranto hanno chiesto un incontro urgente per affrontare la grave crisi idrica che sta colpendo il territorio.

I presidenti delle tre organizzazioni, Pietro De Padova, Alfonso Cavallo ed Erminio Campa, hanno sollecitato la convocazione del commissario nazionale per l’emergenza idrica Nicola Dell’Acqua, del presidente di Acque del Sud Luigi Decollanz, della segretaria generale dell’Autorità di Bacino Vera Corbelli, dell’assessore all’Agricoltura della Basilicata Carmine Cicala e del presidente del Consorzio di Bonifica della Basilicata Giuseppe Musacchio, affinché si intervenga con urgenza.

Al centro della protesta, il mancato completamento della galleria di collegamento dalla diga di San Giuliano al canale adduttore del Tarantino, crollata mesi fa e oggi ancora in stato di abbandono. “Nonostante gli annunci di un’imminente ripresa dei lavori, il cantiere è fermo e privo di attività”, denunciano le organizzazioni.

La preoccupazione è aggravata dal fatto che la diga di Monte Cotugno, che lo scorso anno aveva sopperito alla crisi idrica, oggi risente della drastica riduzione delle piogge, rendendo impossibile fare affidamento su quell’invaso.

“La Regione ha provato a tamponare l’emergenza con prelievi straordinari dai fiumi Tara e Bradano, ma senza il rilascio dell’acqua da San Giuliano entro la prossima settimana, la situazione rischia di degenerare”, si legge nella nota congiunta.

Le organizzazioni parlano apertamente di possibili proteste di piazza, qualora non si registrassero riscontri concreti e tempestivi: “Senza acqua si perderanno colture, investimenti e anni di lavoro. Crescerà la disperazione tra gli agricoltori e si rischia anche un problema di ordine pubblico”.

“Le colture e i prodotti agricoli non possono aspettare. I lavori devono riprendere subito. Non è più tollerabile questo silenzio istituzionale”, concludono CIA, Coldiretti e Copagri, pronte ad alzare il livello della mobilitazione se non dovessero arrivare risposte entro tempi brevissimi.