Spettacolo: Schiavarelli-Marmone da "Catene" al teatro "Orfeo"

I due artisti a Blunote parlano del successo di "Catene" e ironizzano sulla morte...

Cultura, musica e spettacolo
Alessio Petralla
03.02.2018 14:45

Giovedì 1 febbraio presso il teatro Orfeo di Taranto, è andato in scena il terzo appuntamento della stagione artistica 2017/18 organizzata dall’associazione “Casavola” e dal direttore artistico Renato Forte, Morte tua, Vita mea della compagnia teatrale “Anonima GR” con Dante Marmone (anche musiche e regia), Tiziana Schiavarelli e Mimmo Pesole. Una commedia, frizzante e divertentissima con un finale a sorpresa, in cui si ironizza sul tema della morte. Un grande successo che ha divertito tanto gli spettatori presenti all’Orfeo.

A parlare dello spettacolo, a Blunote, dei progetti e della città di Taranto sono proprio i due bravi artisti baresi, resi popolari dalla sitcom “Catene”, Tiziana Schiavarelli e Dante Marmone…:

TIZIANA SCHIAVARELLI:

-Quali sono le tue impressioni su Taranto?

“Beh, Taranto la conosco ed è una città bellissima e poetica che vive una situazione particolare e drammatica. Strutturalmente è, davvero, deliziosa”.

-Parlaci dello spettacolo “Morte tua, Vita mea”…

“Si tratta di una commedia che parla della morte in maniera ironica in cui vengono messe in risalto, in riferimento a questo tema, l’avidità e il cinismo dell’uomo. E’ una storia surreale che racconta la vicenda di un uomo, in punto di morte, con i familiari che aspettano che accada il fattaccio per impadronirsi dell’eredità. Intanto la moglie aveva venduto già parecchie cose. Il finale è, davvero, a sorpresa…”.

-La serie “Catene” vi ha portato grande successo: tornerete con una nuova edizione?

“Onestamente, non è nelle nostre intenzioni visto che adesso siamo molto presi dal teatro. Abbiamo già messo in scena alcuni spettacoli tra cui “Due in una mutanda” e i “Caramazov” al teatro “Petruzzelli” di Bari. Ben venga la tv ma non più con “Catene”: ci ha dato tantissimo e siamo legati e affezionati a quella serie, però, eventualmente, vorremmo proporre qualcosa di nuovo”.

DANTE MARMONE:

-Hai portato in tv e in scena tanti divertenti personaggi: qual è quello a cui sei maggiormente affezionato?

“Anche se ne ho fatti tanti, molto belli, senza dubbio sono più legato a quello della nonna, in Catene. Nello spettacolo “Morte tua, Vita mea” mi sono divertito a fare anche quello della morte: una morte, però, simpatica”.

-Parlaci di questo spettacolo “Morte tua, Vita mea”…

“Questo spettacolo ha un bel po’ di anni ma resta sempre in cartellone per la sua comicità molto forte. Giochiamo sul discorso della morte che abbiamo cercato di sdrammatizzare grazie alla satira e alla comicità. Nella commedia si evidenzierà l’egoismo umano nel volersi appropriare delle cose degli altri, in questo caso dell’eredità. I parenti non aspettano altro che la morte dell’uomo che, però, alla fine si prenderà una sorta di rivincita”.

-Lo straordinario successo di “Catene”: come è nata l’idea e a cosa vi siete ispirati?

“Siamo soprattutto degli autori teatrali anche se abbiamo fatto qualcosa in tv e ancor di più al cinema. “Catene” racconta la storia della classica famiglia media barese, o meglio pugliese, e racconta le vicende di un uomo in galera, Natale Catacchio e della moglie Pasqua che sbatte giornalmente per mantenere la famiglia. Tutto condito dalla malavita spicciola. Abbiamo ideato questa serie sempre con il sorriso e ironizzando su temi, effettivamente, scottanti. Vogliamo far ridere con un lavoro artistico in cui nello stesso tempo ci sono dei contenuti forti sia umani che sociali”.

-Hai scritto le varie e divertenti sigle delle edizioni di “Catene”: come nasce l’ispirazione?

“Beh si, ho scritto le varie sigle di “Catene”: ho voluto realizzare canzoni spensierate come “Vita paranoica” o il “Proiettile vagante” ispirata a una sparatoria realmente accaduta a Bari. In queste sigle è racchiusa, anche, la vita quotidiana della gente”.

FOTO ALESSIO PETRALLA

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