La famiglia di Carlo Legrottaglie: “Grazie a chi ci ha fatto sentire meno soli”
Un messaggio commosso e profondo da parte dei familiari del carabiniere ucciso a Francavilla Fontana. “L’Italia si è fermata per Carlo e noi non lo dimenticheremo mai”

A pochi giorni dalla tragica scomparsa del brigadiere capo Carlo Legrottaglie, ucciso giovedì 12 giugno durante un inseguimento a Francavilla Fontana, la famiglia del militare ha affidato a una nota pubblica un sentito messaggio di ringraziamento. Parole cariche di dolore e riconoscenza per le numerose manifestazioni di vicinanza ricevute da ogni parte del Paese, dalle più alte cariche dello Stato fino ai semplici cittadini.
“In questi giorni che ci hanno cambiati per sempre, ci siamo trovati in un silenzio fatto di assenze, di stanze vuote e di parole che non escono. In un istante, la vita che conoscevamo non c’era più. Ma in quel vuoto così grande, non siamo rimasti soli. Ci siete stati”, scrive la famiglia.
Un grazie che non è una formalità, ma “un filo che tiene insieme le macerie del nostro dolore”. Un messaggio rivolto a tutti coloro che, con gesti, parole, presenze e sguardi, hanno espresso la loro solidarietà dopo la perdita del carabiniere, definito “un uomo semplice e profondo”, che “non cercava applausi, ma sapeva esserci: per i colleghi, per la divisa, per le comunità e soprattutto per la sua famiglia”.
Tra i momenti più toccanti, il ricordo della presenza del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ai funerali: “La sua mano, il suo sguardo, il suo conforto. Non servivano parole. È stato un gesto che ha detto tutto”. Un gesto che ha fatto sentire alla famiglia “che l’Italia intera si è stretta intorno a Carlo. E intorno a noi”.
Nel messaggio viene rivolto un ringraziamento alla presidente del Consiglio Giorgia Meloni, ai ministri Guido Crosetto e Matteo Piantedosi, al vicepresidente della Commissione Europea Raffaele Fitto, al presidente della Regione Puglia Michele Emiliano, ai sindaci di Ostuni e Francavilla Fontana, Angelo Pomes e Antonello Denuzzo, e a tutte le autorità intervenute.
Un pensiero speciale va all’Arma dei Carabinieri, descritta come “una vera famiglia, sempre presente, silenziosa, forte e unita”. “Carlo avrebbe detto con orgoglio: ‘Sono uno di loro’. E noi lo diciamo oggi con commozione: siete stati la sua seconda casa e adesso siete anche la nostra”.
Ringraziamenti anche al Comandante Marco Guardo, ai comandanti Massimo Cicala e Vito Sacchi, e a tutte le forze dell’ordine, nonché a monsignor Gian Franco Saba e monsignor Giovanni Intini.
Infine, la famiglia si rivolge a chiunque abbia mostrato un gesto, una parola o una lacrima: “Vi abbiamo sentiti. Questo ci ha aiutati. Non toglie il dolore, ma gli dà senso. Ci dice che Carlo non è morto invano. Che la sua vita è stata un dono”.
A concludere, un impegno silenzioso a non dimenticare: “Quando sentiremo che andare avanti sarà troppo difficile, ci ricorderemo di voi. Di questa immensa onda di affetto. E allora capiremo che Carlo non se n’è mai andato davvero”.
Il messaggio è firmato da Eugenia, Carla, Paola e da tutta la famiglia Legrottaglie/Pastore.
Questo il testo integrale dei ringraziamenti
“In questi giorni che ci hanno cambiati per sempre, ci siamo trovati in un silenzio fatto di assenze, di stanze vuote e di parole che non escono. In un istante, la vita che conoscevamo non c’era più. Ma in quel vuoto così grande, non siamo rimasti soli.
Ci siete stati. Con una carezza, un abbraccio, infiniti messaggi e tanti sguardi. Ci siete stati con la vostra presenza, vera e sincera. Ci avete fatto sentire meno soli. Non avremmo mai pensato di scrivere queste parole. Non per raccontare la morte di Carlo. Non così. Ma oggi sentiamo il bisogno di dire grazie. Un grazie che non è una formalità, è un filo che tiene insieme le macerie del nostro dolore. È l’unico modo che abbiamo per restituire un po’ di quello che abbiamo ricevuto da tutta l’Italia.
Carlo era un uomo semplice e profondo. Non cercava applausi, non amava apparire. Ma sapeva esserci. Per i colleghi, per la divisa, per le persone e per le comunità. E più di tutto, per noi. Per la sua famiglia. Era uno di quei padri che ti fa sentire al sicuro solo con la sua presenza. Quando abbiamo ricevuto la notizia, il mondo si è fermato. Tutto è diventato buio. Pensavamo di essere soli. Ma poi è successo qualcosa. Le strade si sono riempite di silenzio e di rispetto. Gli occhi della gente erano pieni di lacrime sincere. Da ogni parte d’Italia. Come se tutti avessero capito chi era davvero Carlo.
E poi, la presenza del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. La sua mano, il suo sguardo e il suo conforto. Non servivano parole. È stato un gesto che ha detto tutto. Non era solo un atto istituzionale. Per noi è stato come sentire che l’Italia intera si è stretta intorno a Carlo. E intorno a noi.
Grazie alla Presidente del Consiglio Giorgia Meloni e al Governo per la vicinanza, ai ministri presenti Guido Crosetto e Matteo Piantedosi, al vicepresidente della Commissione europea Raffaele Fitto, al presidente della Regione Puglia Michele Emiliano, ai numerosi rappresentanti delle istituzioni e alle autorità tutte.
Grazie alla Città di Ostuni e al sindaco Angelo Pomes, alla Città di Francavilla Fontana e al sindaco Antonello Denuzzo, ad ogni comunità e ai sindaci venuti da ogni parte della Puglia. Grazie di cuore all’Agenzia funebre “Fratelli Ciola”, per il rispetto e il garbo.
Il ringraziamento della nostra famiglia va a tutta l’Arma dei Carabinieri che in questi giorni ci ha abbracciati come una vera famiglia. Sempre presenti, silenziosi, forti e uniti. Carlo avrebbe detto con orgoglio: “Sono uno di loro”. E noi lo diciamo oggi, con commozione: siete stati la sua seconda casa e adesso siete anche la nostra.
Grazie al Comandante Marco Guardo e ai colleghi di Carlo. Al comandante Massimo Cicala e al comandante Vito Sacchi, rispettivamente delle compagnie di Fasano e San Vito dei Normanni. Grazie a tutti i vertici e ai componenti delle forze dell’ordine per l’immancabile sostegno. A Sua Eccellenza Monsignor Gian Franco Saba e a Sua Eccellenza Monsignor Giovanni Intini.
Carlo amava quella divisa. Viveva per gli stivali, per il dovere fatto con rispetto. Era sempre impeccabile. Ma sotto quella divisa c’era un cuore grande, silenzioso e buono.
A chi ci ha scritto anche solo una frase, a chi ha acceso una candela, a chi ha pianto senza conoscerci: vi abbiamo sentiti. E questo ci ha aiutati. Non toglie il dolore. Ma gli dà senso. Ci dice che Carlo non è morto invano. Che la sua vita è stata un dono. Per noi e per tanti.
L’Italia si è fermata per il nostro Carlo. E per noi, questo non sarà mai dimenticato. Quando sentiremo che andare avanti sarà troppo difficile, ci ricorderemo di voi. Di questa immensa onda di affetto. E allora capiremo che Carlo non se n’è mai andato davvero”.
Con gratitudine immensa
Eugenia, Carla, Paola e tutta la famiglia Legrottaglie/Pastore