Diga Pappadai, zona occidentale provincia di Taranto resta ancora a guardare

Infrastrutture vecchie e colabrodo, il versante ionico attende risposte concrete

CRONACA
08.03.2024 02:09

“Dagli organi di stampa, apprendiamo con soddisfazione la notizia che sono state avviate le procedure di gara per la riattivazione della diga Pappadai e del sistema Irrigazione Salento, con la possibilità di invasare circa 20 milioni di metri cubi di acqua. Nel frattempo però restiamo in attesa di novità circa una serie di interventi, da tempo invocati, utili al territorio della provincia di Taranto”.

Con la stagione irrigua ormai alle porte, l’area Due Mari di Cia Agricoltori Italiani di Puglia torna a sollecitare gli enti preposti, chiedendo a gran voce interventi concreti sul versante occidentale della provincia di Taranto.

“Chiediamo di ammodernare la rete del canale adduttore che dalla diga di San Giuliano (in Basilicata) porta l’acqua in Puglia fino a Palagianello” – ha chiarito la Cia – Si tratta di una infrastruttura vetusta, risalente agli anni ’60, mai ammodernata, scarsamente manutenuta e che oltre a far registrare diverse perdite lungo il percorso di circa 35 km, presenta tante criticità, come la modalità di vettoriamento delle acque a cielo aperto con tutte le conseguenze annesse e connesse. Inoltre, chiediamo il ripristino del prelevamento delle acque dal fiume Bradano per immetterle nella rete adiacente, che consentirebbe in caso di emergenza di avere una dotazione immediata di base di circa 200 litri al secondo; chiediamo la realizzazione di una vasca di recupero in zona Chiulli a Castellaneta, nei pressi della presa IV, per evitare lo spreco di acqua proveniente dalla diga di San Giuliano nei momenti di minore attingimento da parte degli utenti; chiediamo il monitoraggio e presa in gestione degli impianti di produzione delle acque reflue ottenute dai vari depuratori presenti sul territorio (ad es. Castellaneta, Ginosa, ecc…) per immettere le stesse, ove possibile, negli impianti consortili; chiediamo il censimento dei pozzi esistenti ed inutilizzati di Acquedotto Pugliese e la richiesta di uso degli stessi per immissione di acqua nelle condotte consortili dove non vi sono alternative valide per l’irrigazione dei campi; infine, chiediamo il monitoraggio di tutta la rete degli acquedotti rurali con relativa riparazione delle perdite esistenti e di valutare l’opportunità di ridimensionare ed adattare il vecchio progetto fiumicello per accumulo di acqua”.

Purtroppo – ha proseguito la Cia – continua il silenzio da parte di tutti gli enti preposti e della politica anche rispetto ad una delibera CIPE mai revocata (la numero 55 del 2014 e successiva rimodulazione del 9/04/2015). La delibera stabiliva di assegnare risorse pari a 8.192.000 euro per la realizzazione di un invaso nel versante occidentale della provincia di Taranto, precisamente nel territorio di Castellaneta. Tali risorse giacciono inutilizzate presso il Ministero per carenza di progettualità e a nostro avviso, previa autorizzazione del ministero stesso, potrebbero essere utilizzate proprio per gli interventi da noi descritti”.

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