Formula 1: Giovinazzi, "Continuare a... vestire in rosso è importante"

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Redazione
03.12.2017 06:48

Mentre Antonio Giovinazzi si infilava nell’abitacolo della Ferrari F60 nei box dell’Area 48 del Motor Show di Bologna, Marcus Ericsson saliva sul palco del Museo dell’Alfa Romeo di Arese come pilota titolare dell’Alfa Romeo Sauber 2018.
Lo svedese è riuscito a far valere il peso dei suoi sponsor, ma il pilota italiano non è affatto uscito dal giro, visto che è stato confermato come terzo pilota Ferrari nel 2018 e avrà l’opportunità di guidare la monoposto svizzera nella prima sessione di prove libere di molti GP. Non dimentichiamoci che Giovi è un “pallino” del presidente Sergio Marchionne ed è andato in buca il primo tentativo di mettere il giovane tricolore su una F.1 da titolare…
L’italiano, infatti, si sente parte del… sistema: dopo la sosta pranzo è andato allo Stand dell’Alfa Romeo nel padiglione 22 e il ragazzo di Martina Franca si è concesso in una sessione di autografi, dove ha potuto misurare l’entusiasmo nei suoi confronti.
Il pilota pugliese non ha voluto parlare del suo futuro, ma ha voluto raccontare la sua prima esperienza al Motor Show…
“Qui a Bologna ho visto la Formula 1 per la prima volta: ero venuto con mio padre ed ero piccolissimo. Avevo vissuto un’emozione che ho risentito oggi durante l’esibizione con la Ferrari”.
Antonio ha “riscaldato” la prima giornata del Motor Show al volante della F60 del 2009, la prima monoposto di F.1 del Cavallino dotata del KERS che è stata aggiornata con la livrea 2017.
“Mi sono divertito, anche se l’asfalto era molto umido e le gomme erano fredde: spero che la gente si sia divertita nel vedere una Formula 1 in azione impegnata in un pit stop”.
Cosa significa passare dalle monoposto 2017 (ha guidato Ferrari SF70H, Haas VF-17 e Sauber C36) a una macchina dotata di motore V8 aspirato?
“Per me è stata la prima volta, perché finora ho guidato solo monoposto dell’era ibrida. Sicuramente è una sensazione diversa, un suono totalmente diverso: è stata una bella sensazione guidare una macchina del passato, non vecchissima perché è del 2009 ma con una storia diversa”.
Rappresentare il Cavallino che emozione è?
“Grandissima, da quando ho firmato per la Ferrari un anno fa. È stata la realizzazione di un sogno e continuare a portare questi colori è importantissimo, soprattutto come pilota italiano. Era il mio sogno quando ho iniziato a correre in karting”.

(Fonte: Motorsport.com)

Nella foto, Giovinazzi saluta i tifosi al Motorshow

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