Serie B: Trapani, 23 dipendenti del club senza stipendio da dicembre 2019

La denuncia arriva con una lettera aperta indirizza al sindaco: ‘Siamo allo stremo’

Serie B
Michele Mele
25.05.2020 23:54


Ventitré dipendenti del Trapani Calcio hanno deciso di scrivere al Giacomo Tranchida per denunciare il grave stato di crisi in cui versano, dal momento che non percepiscono stipendi dal dicembre 2019. "Abbiamo continuato a garantire il nostro impegno quotidiano per il senso di responsabilità, che ci ha sempre contraddistinti - si legge nella lettera inviata al primo cittadino di Trapani -, nella consapevolezza che il lavoro di ciascuno è fondamentale per tenere in vita un patrimoniola squadra di calcio della propria Città, che appartiene a tutti e che contribuisce, concretamente, a diffondere un’immagine positiva del territorioOggi si è arrivati allo stremo nel silenzio totale da parte della Proprietà, nonché del Consiglio d’Amministrazione e del Collegio Sindacale, che, per quanto risulta, sono a conoscenza della situazione, potendo contare solo sul supporto del direttore generale Giuseppe Mangiarano, rimasto a Trapani anche nel periodo del lockdown, anch’egli per senso di responsabilità, nei confronti di tutti i dipendenti e dell’Azienda, cercando, tra innumerevoli difficoltà, di portare avanti la mission aziendale e di consentire al Trapani Calcio di mantenere la categoria in cui attualmente milita. Le uniche risposte, indirette, che sono giunte ai dipendenti, nonostante le ripetute sollecitazioni affinché si potessero conoscere quantomeno i tempi per la corresponsione di quanto dovuto, sono state che “se entrano soldi saranno pagati gli stipendi”. Risposta inaccettabile. Se, oggi, l’attuale Proprietà del Trapani Calcio non è in grado di dare risposte ai propri dipendenti, certamente anche per via delle problematiche determinate dalla pandemia, che hanno inciso sulla propria attività aziendale, è il caso, per rispetto nei confronti delle persone che lavorano e dell’intera Città, che si porti chiaramente a conoscenza di tutti la reale situazione. Il silenzio, il profilo basso tenuto in questi mesi da parte di tutti i dipendenti, pur tra enormi disagi, sono stati determinati dalla dignità di ciascuno e dalla fiducia riposta nella Proprietà, affinché si potesse trovare una soluzione in tempi ragionevoli. Ma oggi non si può più tacere”.

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