Ex Ilva: Stellato replica ai coordinatori di Italia viva, ‘Ricostruzioni fuorvianti’
‘Non siamo per la chiusura, la per cambiare la produzione, per una fabbrica più green ed europea’
”Dalla lettura dell'istanza di riesame Aia, presentata da Acciaierie Italia, si evince la volontà di continuare a produrre con i vecchi impianti a carbone, riaccendendo tutti gli altiforni, persino trasformandone uno in inceneritore. Inaccettabile. Sono contrario alla chiusura dello stabilimento, ma ero, sono e resterò a favore della trasformazione del ciclo produttivo, della chiusura dell'area a caldo e del processo di decarbonizzazzione. Non cambio idea soltanto perché affronto il congresso del mio partito".
Lo dichiara Massimiliano Stellato in replica alle dichiarazioni, fuorvianti e strumentali, rilasciate dai coordinatori regionali uscenti di Italia Viva, in merito alla mozione approvata dal consiglio comunale di Taranto.
”Bisognerebbe documentarsi prima di intervenire su argomenti, così complessi e cruciali, come quello del siderurgico di Taranto - continua Stellato -. Non è in discussione il fatto che l'ex Ilva debba continuare a produrre acciaio. Il problema è come produrlo, senza che a pagarne le spese sia un'intera comunità. Solo i tarantini conoscono le ferite inflitte da quel modo, obsoleto, di produrre acciaio. Lo stabilimento deve continuare a produrre in modo diverso, lo consente la tecnologia, ce lo chiede l'Europa. È l'Unione Europea a stabilire, con l'agenda 2030, una graduale riduzione dell'utilizzo delle fonti fossili”.
“In consiglio, non si è parlato, dunque, dei decreti approvati dal Governo Renzi - prosegue Stellato -. Si è discusso di come quella fabbrica deve continuare a produrre senza inquinare, a salvaguardia della salute dei cittadini. La trasformazione del ciclo produttivo del siderurgico, voluta dal Governo Draghi, con l'introduzione dell'idrogeno e del preridotto è l'obiettivo a cui tende non solo Taranto, ma l'Europa“.
”Il Dri è lo snodo centrale attraverso cui passa la trasformazione dei processi produttivi, del polo siderurgico. Quest’ultima è la chiave di volta per ottenere produzione di acciaio più sostenibile, più rispettosa dell’ambiente e in grado di tutelare la salute dei cittadini e salvaguardare lavoratori e imprese. Insomma, non abbiamo votato per la chiusura dello stabilimento, ma preteso una seria riconversione, su cui Taranto e la sua gente conducono da anni una battaglia irrinunciabile. Cambiare il modo di produrre acciaio a Taranto non è più solo un optional, ormai non è qualcosa di cui la città può fare a meno, nella valutazione degli scenari futuri di questo settore produttivo così strategico per l’economia dell'intero Paese", conclude Stellato.