Ex Ilva: Tredici settimane di cassa integrazione Covid per 3500 lavoratori

CRONACA
24.07.2021 00:59

Nella mattinata di venerdì 23 luglio, le organizzazioni sindacali e l'azienda si sono riunite per dare avvio al nuovo procedimento di Cassa Integrazione Guadagni Emergenza Covid, facendo seguito a quanto stabilito nella seduta del Consiglio dei Ministri del 15 luglio 2021 che consente di usufruire di ulteriori 13 settimane di CIGO COVID-19 per le imprese con più di 1000 lavoratori in stabilimenti ritenuti strategici, andando a sostituire la cassa integrazione ordinaria discussa lo scorso 23 giugno 2021. Essa interesserà un numero massimo di 3500 lavoratori e decorrerà retroattivamente a far data dal 28 giugno 2021 e fino al 26 settembre, oppure dal giorno 5 luglio 2021 fino al 3 ottobre, sulla base di quelle che saranno le l'indicazione fornita dall'INPS.,È stato dato l’avvio all’incontro facendo il punto della situazione degli asset produttivi dei vari impianti che, con la ripartenza di AFO/4 a regime produrrà circa 15000 tonnellate di ghisa giornaliere; si continuerà con questo battente anche con la fermata entro il 31 agosto 2021 della Batteria 12, essendo stato respinto il ricorso al TAR del Lazio da parte di Acciaierie d’Italia. Pertanto, lo scenario per i prossimi mesi dovrebbe essere presumibilmente il seguente: TNA/2​fermata programmata dal 02/08/2021 al 11/08/2021; PLA​ripartenza prevista il 23/08/2021 per fermarsi i primi giorni di settembre per circa 2 settimane e poi ripartire; ERW ​fermata a partire da 02/08/2021 per ripartire il 1° turno del 23/08/2021; Decatreno ​in marcia la settimana dal 02/08/2021 al 09/08/2021 ed in fermata per le successive 3 settimane; Decapaggio​ ripartenza prevista per il 30/08/2021; Zincatura 2​ fermata prevista dal 16/08/2021 sino al 05/09/2021.,Al fine di discutere e giungere a un possibile accordo, ancora una volta è stata richiesta l’integrazione salariale per i lavoratori posti in CIGO, così come la rotazione degli stessi in maniera equa al fine di ridurre l’impatto economico sempre sui medesimi lavoratori, ma inutilmente. UGL Metalmeccanici ha chiesto almeno di valutare la possibilità di ridurre il numero dei lavoratori da porre in CIGO COVID e ha sollevato ancora una volta la questione etica e morale calpestata dai ripetuti e continui ingressi in azienda di personaggi chiamati a supporto e, in alcuni casi, in sostituzione di figure di responsabili già presenti nello stabilimento. Tale atteggiamento serve esclusivamente a creare ulteriore malcontento tra i lavoratori da cui imprescindibilmente deriva un ulteriore danno, sia in termini prestazionali, sia economici. Ancora una volta l’azienda si è dimostrata avulsa dalla realtà della fabbrica e pertanto, non avendo ottenuto alcunché tra le richieste formulate e avendo ancora una volta la percezione che Acciaierie d’Italia prosegua il proprio cammino tra gli stessi solchi segnati dalla gestione ArcelorMittal, nonostante la formalizzazione dell’insediamento del nuovo Consiglio di Amministrazione, non si sono intraviste le condizioni per addivenire ad alcun accordo. (Segreteria Provinciale UGL Metalmeccanici Taranto Alessandro Dipino)

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