Giuseppe Merico
Giuseppe Merico

Giuseppe Merico, presidente onorario della SS. Taranto, indirizza alla stampa una lettera aperta per analizzare il momento complesso che la squadra rossoblù sta attraversando nel campionato di Eccellenza. Un intervento diretto e articolato, in cui vengono affrontate difficoltà, responsabilità e prospettive future, con l’obiettivo di parlare apertamente alla città e alla tifoseria.

Nella sua lettera, Giuseppe Merico non nasconde le criticità di una stagione iniziata in condizioni particolarmente complicate. Ricorda come “la nuova proprietà abbia potuto avviare il proprio lavoro quando molte altre società avevano già da mesi programmato e costruito gli organici, mentre il Taranto è stato costretto a partire da zero e in un contesto del tutto nuovo. Un ritardo strutturale che ha inevitabilmente inciso sul percorso sportivo”.

Il presidente onorario riconosce che le difficoltà erano preventivabili, ma ammette anche che “l’entità dei problemi emersi è stata superiore alle aspettative, come dimostra la classifica. Accanto agli ostacoli oggettivi, alcune scelte non hanno prodotto i risultati sperati e gli errori sono stati commessi in una fase caratterizzata dalla necessità di operare in fretta”.

Ampio spazio viene dedicato al ruolo della famiglia Ladisa, indicata come una “proprietà che ha dimostrato con i fatti l’attaccamento al Taranto, sostenendo investimenti economici rilevanti e mostrando un coinvolgimento anche sul piano emotivo. Nel calcio, i risultati non dipendano esclusivamente dalle risorse economiche, ma da una molteplicità di fattori che vanno oltre la volontà di chi guida il club”.

Merico rimarca inoltre che “la società è impegnata nel tentativo di invertire il trend attraverso una costante ricerca di qualità tecnica, però ogni processo di crescita, soprattutto se avviato in ritardo rispetto agli avversari, necessita di tempi fisiologici per potersi completare”.

La parte finale della lettera è un appello diretto a tifoseria, staff tecnico e calciatori. “Non lasciamoci sopraffare dallo scoramento, ripartiamo dalla maturità dimostrata dal pubblico anche nelle ultime gare. Nessuno soffre più della proprietà per l’attuale situazione, ma questo non deve tradursi in rassegnazione”.

”Non è il momento di arrendersi. Ognuno deve farsi carico del proprio ruolo, chi in campo, chi sugli spalti. Onoriamo tutti insieme la maglia più bella del mondo e gridiamo forza Taranto. Vi auguro un buon Natale, con l’auspicio che il 2026 possa restituirci quello che noi tarantini meritiamo”, conclude Merico.

La lettera completa

Il momento è difficile, inutile girarci attorno. Sapevamo tutti che il cammino del Taranto nel campionato di Eccellenza sarebbe stato molto complicato, per una serie di motivi. Uno su tutti: quando la nuova proprietà ha potuto mettersi all’opera, le altre società avevano già avviato da mesi la programmazione e l’allestimento dell’organico nel preciso momento in cui noi stavamo partendo letteralmente da zero, per giunta in una realtà del tutto sconosciuta.

Era quindi da mettere in conto che avremmo avuto tanti problemi. Certo, nessuno immaginava che sarebbero stati così grandi, come invece testimonia ampiamente la classifica. Da tifoso tra i tifosi, mi sento tuttavia di dire che speravo in qualcosa di meglio, segno che - al di là di difficoltà oggettive - qualche errore è stato commesso tant’è che alcune scelte non hanno prodotto i risultati sperati. Va anche riconosciuto che, quando si opera essendo costretti a fare in fretta per rincorrere avversari partiti con largo anticipo, i rischi aumentano in modo esponenziale, al netto delle capacità e degli sforzi profusi.

In questo senso, credo che occorra riconoscere alla famiglia Ladisa di aver dimostrato alla città e alla tifoseria quanto ci tenga al Taranto, in termini di investimenti economici ed affettivi. Una proprietà che non fosse stata pienamente coinvolta anche dal punto di vista emotivo in questa avventura non si sarebbe sobbarcata gli enormi costi sostenuti finora per rendere la squadra competitiva ai messimi livelli per la vittoria del campionato.

Solo che, come ogni appassionato di calcio sa, i risultati spesso non dipendono solo dai soldi spesi ma anche da molteplici fattori estranei all’impegno e alla volontà di una proprietà. In ogni caso, il Taranto sta cercando in tutti i modi di invertire il trend, come conferma la continua ricerca di qualità tecnica. Purtroppo, ogni processo di crescita, a maggior ragione se avviato in ritardo rispetto ad altri, ha bisogno di tempi fisiologici per poter arrivare al suo completamento.

Per questo, mi sento di rivolgere un accorato appello ai tifosi (che anche domenica hanno dato prova di grande maturità), a non farsi prendere dallo scoramento e dalla delusione. Se il Taranto va male, nessuno ne soffre più dei fratelli Ladisa che hanno dimostrato finora concretamente di credere in questa impresa.

E se l’amarezza della piazza è sacrosanta e legittima, bisogna anche comprendere che non è il momento di arrendersi, men che meno una volta accertata l’intenzione della società di avviare un cammino importante per il futuro del calcio rossoblù, dopo i disastri del passato che ci hanno scaraventato così in basso. Quindi, esorto tutti a non mollare, rivolgendomi anche allo staff tecnico e ai calciatori, molti dei quali non hanno avuto ancora modo e tempo per ambientarsi e capire dove si trovano.

Al di là dei risultati, ognuno deve farsi carico del proprio ruolo dando il massimo, chi in campo e chi sugli spalti. Onoriamo tutti insieme la maglia più bella del mondo e gridiamo forza Taranto. Vi auguro un buon Natale con l’auspicio che il 2026 possa restituirci quello che noi tarantini meritiamo. Dott. Giuseppe Merico, Presidente Onorario Taranto Calcio.