Ex Ilva: Chiusura area a caldo, Genitori tarantini sollecita sindaco Melucci

CRONACA
03.08.2021 14:30

Ill.mo Sindaco di Taranto, come Genitori tarantini – associazione e.t.s. ci rivolgiamo alla S.V. con riferimento alla sentenza del Consiglio di Stato che ha annullato la sua ordinanza che imponeva il fermo degli impianti a caldo da parte del gestore del siderurgico. A tal proposito Le facciamo notare che il CDS ha ritenuto la mancanza dei presupposti di necessità ed urgenza esclusivamente con riguardo alla motivazione della sua ordinanza e non della motivazione resa dal TAR. La motivazione del Consiglio di Stato si basa infatti su questa premessa (pag. 39 sentenza): “Il punto di riferimento del presente giudizio è dunque costituito dal provvedimento impugnato, senza che la cognizione possa estendersi a vicende che esulano dalle motivazioni e dal dispositivo dell’ordinanza o dai relativi atti endoprocedimentali“. Cosi facendo, in base a questa premessa, peraltro di dubbia fondatezza, le motivazioni del TAR ultronee rispetto a quanto risultante dal testo dell’ordinanza non sono state tenute nella debita considerazione. La gravità dei fatti accertati dal TAR permangono. Per di più sono emerse altre evenienze che hanno aggravato la situazione presa in considerazione dal TAR, quali la rilevata inadempienza alle prescrizioni AIA relative alla batteria 12 delle cokerie , nonché la VDS di recente resa da ARPA. ASL di Taranto e ARESS, che aggiorna le precedenti rilevando come tuttora vi sia un rischio elevato per la salute e, sotto alcuni aspetti, maggiore rispetto a quanto riportato nelle precedenti valutazioni. Alla luce di quanto sopra INVITIAMO L’ILL.MO SIG. SINDACO ad avviare, entro 30 giorni dalla ricezione della presente, tutti gli atti di ufficio finalizzati e coordinati all’avvio di una nuova istruttoria che, tenuto in considerazione le sopraggiunte novità, nonché quanto dedotto dal TAR di Lecce, potrà essere posta a base di una nuova ordinanza con la quale disporre la chiusura dell’area a caldo. Tanto in coerenza da quanto da lei dichiarato dopo la pronuncia del TAR e cioè che “ la bussola sarà la sentenza del TAR” e che “Nulla sarà come prima”. LA INVITIAMO ALTRESI’ - a sollecitare la trattazione del ricorso fatto dal Comune di Taranto per l’annullamento del DPCM del 29 settembre 2017 già pendente al TAR del Lazio; - di richiederne la SOSPENSIVA per la situazione di PERICOLO accertato anche dalla sentenza del Tar di Lecce che ha confermato l’ordinanza di chiusura area a caldo. Ricordiamo che quel famigerato DPCM 2017, con l’art. 14, primo comma, ha dichiarato estinte le precedenti diffide ISPRA che, secondo art. 29 decies del dlgs.152/2006 avrebbero portato al fermo degli impianti, nonché ha posto in essere procedure derogatorie al codice dell’ambiente in materia di controlli stabilendo all’art. 5, comma terzo, che l’unica sanzione per le inadempienze è l’espropriazione del gestore, cosa che oggi è peraltro difficile immaginare essendo lo stato partecipe del capitale sociale del nuovo gestore tramite la sua controllata INVITALIA . Tutto ciò causa la continuità produttiva del siderurgico di Taranto, in deroga a tutte le norme ambientali previste dal codice dell’ Ambiente. Chiedere la SOSPENSIVA sarebbe un atto politico importante ed ottenerla significa fermare gli impianti che ancora oggi non sono a norma. (Genitori tarantini – associazione e.t.s.)

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