Il Palio di Taranto, molto più che una competizione

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04.09.2021 10:58

(Servizio e foto di Fabio Dal Cin) Da piccolo sentivo parlare del “Palìo di Taranto - Torneo dei rioni”, osservavo i rematori allenarsi tra Mar Piccolo e Mar Grande (in base a venti e correnti prevalenti), senza però entrare mai nel merito. Consultando la Treccani , il palìo viene definito come “Drappo riccamente intessuto o ricamato o dipinto, assegnato come premio al vincitore di gare disputate in varie città italiane nel Medioevo, nel Rinascimento e ancora oggi, in occasione di determinate feste religiose”, definizione che induce ad analizzare queste manifestazioni oltre il semplice dato sportivo, i tempi ottenuti per concludere una gara, il vincitore. Esse infatti rappresentano l’anima della città, quella più profonda e nascosta legata alle tradizioni, alla semplicità . Per carpire qualche segreto in più sul Palìo di Taranto (affinché non se ne perda le memoria),ho incontrato, in modo informale e lontano dall’adrenalina delle competizioni, Antonio La Gioia, atleta dell’ Associazione Sportiva “Palio di Taranto” e vincitore per il Rione Isola – Porta Napoli, insieme al  giovane Daniele Quintano, della 36.ma edizione.Grazie alla disponibilità del Presidente, Francesco Simonetti, l’incontro è avvenuto (al termine degli allenamenti) nella suggestiva sede dell’associazione, un tempo stabilimento balneare, incastonata tra il castello aragonese e il lungomare della città vecchia. Accedere in quel luogo, è stato un po’ come intraprendere un viaggio nel tempo. Sig. La Gioia, cos’è il Palio di Taranto? “Il Palio di Taranto è una gara istituita negl’anni 80’ suddivisa in due momenti: l’ 8 maggio, nel corso delle celebrazioni in onore del patrono San Cataldo e la terza domenica di luglio con la seconda e decisiva gara per l’assegnazione del trofeo (l’emergenza Covid ha imposto dei cambiamenti). Oggi vi partecipano 10 gozzi in legno condotti da due rematori. Le imbarcazioni rappresentano 10 rioni della città di Taranto (oggi qualcosa è cambiato….). Inizialmente, però, non era così.Andando indietro nel tempo, più precisamente negl’anni 50’ e 60’,era una manifestazione organizzata dai pescatori del borgo antico. Si partecipava con qualsiasi barca partendo dal fanale di allineamento in mar piccolo fino al canale navigabile. Per noi era l’occasione per stare insieme, festeggiare, alimentare il senso di appartenenza ad una comunità contraddistinta da una forte vocazione marinara. Parliamo di tempi che non erano dominati da radio, televisione, internet. Questi erano i momenti per ritrovarsi, socializzare e tramandare il sapere delle generazioni che ci avevano preceduti. La città vecchia era viva, popolata.Successivamente, come già detto,   si è pensato d’istituire un organizzazione  che fosse in grado di mantenera viva la tradizione. Siamo negl’anni 80’ ed è questo il momento storico del passaggiodi “testimone” dalla cooperativa di pescatori all’associazione sportiva “Palio di Taranto”. A seguire, grazie all’esperienza e professionalità dei maestri d’ascia dei cantieri navali Quintano, sono stati costruiti 10 gozzi in legno di uguali caratteristiche ed è stata scelta, nei pressi del castello aragonese, la sede dell’associazione”. Ci parli dell’equipaggio e dei campi di gara. “L’equipaggio è costituito da due rematori in piedi mentre il campo di gara, nel corso del tempo, ha subito diverse modifiche. Inizialmente si partiva dall’inizio del canale navigabile, lato mar piccolo, soluzione poco idonea per consentire a 10 imbarcazioni di partire contemporaneamente. In un secondo momento è stato individuato, quale luogo più idoneo, lo specchio d’acqua sottostante la rotonda del lungomare. Oggi la linea di partenza è stabilita a circa 600 metri dal’ingresso del canale, latomar piccolo, lo si attraversa, si vira intorno a una boa e si torna indietro. La distanza totale da percorrere è di circa 3 chilometri“. Ci racconti qualche dettaglio sulle imbarcazioni. “Sono barche a remi in legno costruite da maestri d’ascia del borgo antico (gli ultimi rimasti..). Essendo prodotti artigianali, hanno caratteristiche diverse, per cui, una volta pesate, vengono eventualmente zavorrate per garantire uniformità di peso tra le varie imbarcazioni. Tenga conto che tra una barca ed un’altra possono esserci più di 40 Kg di differenza. La più leggera pesa 192 kg, la più pesante 235 kg mentre la coppia di remi pesa 16 Kg”. Il palio e le nuove generazioni. “Sono l’atleta più anziano, con oltre trent’anni di attività, ho vinto 8 edizioni. In quest’arco temporale ho vissuto tanti cambiamenti. Oggi faccio parte di una realtà sportiva, riconosciuta dalla federazione nazionale di cannottaggio, che gareggia in varie discipline come la canoa a due e quattro rematori, i gozzi in vetroresina a quattro remi più timoniere e le lance a dieci remi più timoniere. Il coinvolgimento dei più giovani resta una priorità, ma proprio io ho vissuto un episodio particolare: nel 2019, rimasto senza compagno, ho conosciuto un ragazzino di 16 anni; mi chiese di partecipare alla gara. Accettai. In quell’ edizione arrivammo sesti, ma vincitori nel 2020 e nel 2021, è l’attuale mio compagno di vogata Daniele Quintano. I giovani devono avvicinarsi a questa manifestazione, conoscere la nostra realtà. La stessa cittadinanza deve essere consapevole dell’importanza di tramandare queste tradizioni, ma soprattutto delle capacità dei nostri rematori”. Avete rapporti con altre realtà di rematori? “Si. È in corso un gemellaggio con l’ associazionesportiva “Vela Latina” del comune Monte di Procida. Proprio a Monte di Procida, nel mese di agosto, abbiamo partecipato e vinto il Palio dell’Assunta, tradizionale appuntamento organizzato dal comune partenopeo. Nell’ultima edizione del Palio di Taranto,invece, ha partecipato fuori gara un loro equipaggio femminile. Sono occasioni di crescita che ci fanno ben sperare nel futuro”. A consolidare il legame antico e profondo che esiste tra i nostri rematori e il mare, sono dei simboli che ogni visitatore può osservare sulle barche degli atleti o sulle porte in legno dei box a loro assegnati: sono animali marini scelti a rappresentare i vari Rioni. Il Polpo, il Cavalluccio Marino, l’Orata, la Medusa, il Riccio, la Stella marina, la Conchiglia, il Granchio, l’Aragosta e infine il Gabbiano ….vincitore dell’edizione 2021!

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