Coronavirus: In Italia 73.880 malati, morti in calo. Esperto, ‘Misure funzionano’

Speranza: ‘Tenere guardia alta'. Boccia: 'Misure oltre il 3 aprile'

CRONACA
29.03.2020 20:44


Segnali positivi arrivano anche oggi dall'analisi dell'andamento della curva epidemica dei casi di Covid-19 in Italia, ma ciò conferma la necessità di andare avanti con le rigorose misure di isolamento in atto perchè, affermano gli esperti, non si vede ancora una vera inversione di tendenza. Il tutto con una particolare attenzione per il Sud che, sopratutto in questa fase, può rappresentare un grande rischio e deve essere "sorvegliato speciale". I numeri diffusi dal commissario Angelo Borelli nella conferenza stampa alla Protezione civile evidenziano un calo dei decessi (756 contro gli 889 di ieri) e dei ricoveri in terapia intensiva (50 contro i 124 di sabato), ma un leggero incremento dei contagi (3.815 contro 3.651 di ieri). Il totale dei guariti arriva invece a 13.030 (646 il dato odierno). Segnali positivi, appunto, ma ancora insufficienti per poter pensare che siamo ad una svolta. Tempo e gradualità è ciò che raccomanda, interpretando i dati, il virologo Fabrizio Pregliasco dell'Università di Milano: "Da quello che emerge, nei limiti della rappresentatività dei dati giornalieri, possiamo parlare di un segnale positivo che, al momento, conferma la necessità di continuare ad insistere con le rigorose misure di isolamento sociale in atto perchè non siamo ancora davanti ad una vera inversione di tendenza". In questo quadro, una particolare attenzione va alle Regioni del Centro-Sud, dove potrebbe verificarsi un aumento dei casi: "Ora la nuova frontiera è proprio il Sud. Per il momento - spiega l'esperto - ci sono focolai più ristretti ma bisogna prepararsi per tempo al peggio ed al rischio di un'ondata. La speranza è di riuscire a migliorare il controllo per impedire che tali focolai possano espandersi ulteriormente". Insomma, "bisogna organizzarsi per tempo per riuscire a gestire, se si dovesse verificare, lo scenario peggiore, ma continuano ad esserci dalle Regioni meridionali segnalazioni della necessità di implementare le dotazioni di dispositivi di protezione individuale spesso insufficienti". Cruciale, secondo Pregliasco, è quindi "attrezzarsi da subito, perchè anche al Nord l'epidemia è partita in modo subdolo e rallentato per poi avere uno sviluppo verticale repentino. Il rischio è che possa succedere anche al Sud". (ANSA)

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