Rapporto ONU: Battista, ‘Ex Ilva deve chiudere’

Politica
16.02.2022 15:37

«Il diritto a un ambiente salubre può essere garantito solo se si limita l’utilizzo di sostanze tossiche che colpiscono le persone più vulnerabili. Così, evidentemente non accade a Taranto dove le operazioni di pulizia e bonifica dovevano iniziare nel 2021 ma sono state rinviate al 2023, con azioni dei diversi governi che permettono all’impianto di funzionare non tenendo conto neanche della sentenza della Corte europea dei diritti dell’uomo con la quale l’Italia, nel 2019, è stata condannata per aver violato il diritto al rispetto della vita privata e familiare di alcuni cittadini». Queste parole, durissime, sono contenute nell'ultimo rapporto dell'ONU riguardo la condizione ambientale di Taranto. A pochi giorni di distanza dal provvedimento che vuole trasferire sulla produzione di Accieierie d'Italia le somme destinate alle bonifiche, questo report colpisce come un fendente. Taranto risulta essere tra i luoghi più degradati dell'Europa Occidentale, paragonata a Quintero-Puchuncavi (centrali termoelettriche a carbone e fonderie in Cile), Bor (miniere di rame in Serbia) e Pata Rat (discarica di 22 ettari in Romania). Mentre il Governo Centrale parla, senza agire, di transizione ecologica, il Governatore Emiliano e il PD locale, in piena campagna elettorale, gridano alla decarbonizzazione, l'ONU mette nero su bianco - come se ancora ci fosse bisogno di studi e conferme - che a Taranto i cittadini sono esposti a un rischio sanitario inaccettabile, causato da decenni di esposizione a sostanze cancerogene immesse in ambiente dal ciclo produttivo integrale dell'ex Ilva. A costo di restare soli a urlare la parola CHIUSURA, non smetteremo mai di farlo. Non ci piegheremo mai alle logiche utilitaristiche che hanno convinto tanti ad accettare situazioni di compromesso. Nessuna semi-chiusura potrà garantire l'inquinamento zero. Sempre dalla parte della salute. Sempre in difesa dei tarantini. (Massimo Battista - Una città per cambiare Taranto)

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