Taranto: Piero Bitetti e i 70 anni della democrazia europea

Politica
24.11.2022 07:30

La democrazia europea è in festa: il Parlamento di Strasburgo compie infatti 70 anni. Nella città francese, proprio nel 1952, si svolse la prima sessione dell’Assemblea comune della Comunità europea del carbone e dell’acciaio (CECA) che segnò, di fatto, la nascita del Parlamento europeo così come oggi lo conosciamo.

Tanti i progressi registrati da allora, moltissimi i cambiamenti che hanno interessato la società europea e le istituzioni comunitarie. Si è passati dagli iniziali sei paesi membri agli attuali 27. L’Europa ha fatto passi da gigante rendendosi protagonista di tutte le principali battaglie per promuovere la democrazia, i diritti fondamentali, la stabilità economica e la crescita. Attualmente i deputati eletti a suffragio universale diretto sono 705, un’esperienza più unica che rara nel mondo.

Il Parlamento europeo è infatti transnazionale, multilingue, multipartitico e svolge una importante funzione di stimolo per il dibattito pubblico continentale oltre ad esercitare il classico potere legislativo e ad avere voce in capitolo per quanto riguarda il tema del bilancio dell’Unione europea.

Al di là degli aspetti squisitamente istituzionali, pure decisivi, l’assemblea elettiva di Strasburgo rappresenta tutti i popoli europei e ne incarna lo spirito. Ecco perché la festa dei suoi 70 anni è, in realtà, anche la nostra festa. Come sappiamo, le assemblee elettive sono baluardo di libertà e, quando funzionano,possono rivelarsi un antidoto efficace contro ogni possibile deriva illiberale e autoritaria. Siamo abituati a dare tutto per scontato, ma in politica di scontato c’è ben poco, come purtroppo dimostra la guerra in atto causata dall’aggressione della Russia all’Ucraina. Della democrazia, insomma, bisogna aver cura.

A tutti noi, quindi, che a vario titolo facciamo parte delle assemblee elettive – dai consigli comunali fino, appunto, all’Aula di Strasburgo – spetta il compito di vigilare affinché ogni attività politica si svolga, per quanto di nostra competenza, nel pieno rispetto di regole e procedure e nell’interesse esclusivo delle comunità amministrate.

È un compito importantissimo che richiama ognuno di noi al senso di responsabilità e ci ricorda che nostro dovere è quello di servire le istituzioni democratiche al meglio delle nostre possibilità.

Abbiamo inoltre il dovere di far conoscere le istituzioni europee e di farle sentire vicine soprattutto alle nuove generazioni. C’è molto da fare in questo senso perché spesso l’Unione europea è stata considerata lontana dai bisogni dei cittadini.

Talvolta è stato effettivamente così, ma questo non ci impedisce di riaffermare la centralità della UE senza la quale saremmo diventati, come Italia, un Paese certamente più povero e isolato rispetto al contesto internazionale.

A noi spetta dunque il compito di migliorare l’Unione ma riconoscendola sempre e comunque come l’orizzonte ideale e politico che muove il nostro quotidiano agire di donne e uomini impegnati nelle istituzioni. (Comunicato stampa)

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