Piero Bitetti, presidente del consiglio comunale di Taranto
Piero Bitetti, presidente del consiglio comunale di Taranto

“Taranto aspira a diventare una vera città universitaria, un sogno condiviso da tutta la comunità. Tuttavia, nonostante i progressi, permangono criticità che richiedono interventi incisivi e decisioni politiche adeguate”, scrive in una nota Piero Bitetti, ex presidente del consiglio comunale di Taranto.

“Il Politecnico di Bari, con la sua sede tarantina, è un’eccellenza per qualità dell’insegnamento, come dimostrano gli elevati tassi di occupazione dei laureati. Lo stesso vale per i corsi dell’Università di Bari attivi in città. Fondato nei primi anni ’90, il Politecnico è diventato un pilastro del polo universitario ionico, nonostante alterne vicende. Oggi, però, emergono problemi che ne minacciano il futuro”, aggiunge.

“La sede del Politecnico, collocata in posizione periferica rispetto al quartiere Paolo VI, condivide gli spazi con un istituto superiore, creando difficoltà logistiche. L’edificio stesso versa in condizioni precarie, con strutture non adeguate alle esigenze di docenti e studenti. La distanza dal centro cittadino limita la vita universitaria, che dovrebbe nutrirsi di interazioni culturali e sociali, biblioteche e iniziative pubbliche”, sottolinea Bitetti.

“Anche i servizi per gli studenti, come mense e residenze, risultano insufficienti. Questo quadro ha spinto alcuni docenti e referenti universitari a proporre un trasferimento del Politecnico nel cuore di Taranto, idealmente in città vecchia. Alcuni immobili di pregio sono stati destinati ai dipartimenti, ma il percorso è ancora lungo. Il rischio, se non si interviene, è una fuga di studenti verso altre università, minacciando il ruolo del Politecnico in città”, prosegue.

“Serve l’impegno di tutti: istituzioni locali, forze politiche, Edisu, ordini professionali e imprenditori. Solo un’azione congiunta potrà garantire un futuro stabile al Politecnico e all’intero sistema universitario tarantino. Non c’è più tempo da perdere”, conclude Piero Bitetti.