Francesco Passiatore: ‘Non alleno perché non ho sponsor’

Il tecnico sul Taranto: ‘È artefice del proprio destino’

TARANTO
Dante Sebastio
26.04.2021 11:39

Francesco Passiatore, sei stato molto vicino al Brindisi, ma al momento di chiudere qualcosa è andato storto: perché? “Effettivamente è così. Parliamo di una piazza importante e dai grandi trascorsi, che chiunque vorrebbe allenare. Al fotofinish non se n’è fatto più nulla per una serie di fattori. Ne approfitto per augurare al Brindisi di raggiungere la salvezza”. In attesa di una chiamata, come impieghi il tuo tempo: “Dopo le ultime vicissitudini, avevo pensato di occupare il mio tempo per andare alla ricerca di uno sponsor che potesse aiutarmi ad allenare. Poi, però, ha prevalso il buonsenso, i miei principi morali hanno avuto la meglio, anche se negli ultimi tempi il merito è andato a farsi benedire. In attesa dì una chiamata, continuerò a impiegare il mio tempo e i miei soldi per viaggi in aereo, macchina e autobus per aggiornarmi e seguire quante più partite possibili“. Passiamo ad analizzare il Girone H: mercoledì il Taranto ha la possibilità di allungare e di portarsi a +8 sulla prima inseguitrice, che ora è il Picerno. “Sono d’accordo con chi sostiene che solo il Taranto possa perdere questo campionato. Se è vero che i rossoblu sono artefici del proprio destino e non possono sbagliare, è altrettanto vero che chi insegue non può permettersi nemmeno un errore. Giocando con serenità e convinzione, difficilmente il traguardo potrà svanire“. Un altro infortunio grave per i rossoblu, quello di Falcone: quanto pensi possa incidere? “Innegabilmente, Falcone è uno degli elementi chiave per Laterza, ma quella rossoblu è una rosa importante, che può permettersi di sopperire a un’assenza così pesante con un elemento di pari spessore”. Qual è la caratteristica di questo Taranto che ti ha colpito maggiormente? “L’umiltà. Questa squadra approccia ogni gara alla stessa maniera, che si giochi con la prima o con l’ultima in classifica. È fondamentale perché quando snobbi qualcuno rischi di perdere. Oltre all’umiltà, voglio sottolineare il sacrificio, componente che ti porta a superare ogni ostacolo“. Come quasi tutti gli allenatori, sei partito dalle giovanili: perché Taranto non riesce ad allevare talenti? Dal vivaio ne escono veramente pochi. “Cominciare dal settore giovanile è fondamentale per un allenatore, a mio avviso un percorso obbligatorio per crescere. Credo che a Taranto, cosi come in altre piazze, non si abbia voglia e tempo per investire sui ragazzi. A mio avviso, sui giovani bisogna lavorare a 360 gradi, 24 ore su 24, non limitandosi solo al campo. Bisogna seguirli da vicino e confrontarsi giorno per giorno, ecco perché è importante la creazione di una foresteria. E poi, ci vuole coraggio nel far esordire in prima squadra elementi del proprio vivaio. Negli ultimi anni, a Taranto si sono spese energie per tornare nei professionisti e in questo caso è inevitabile trascurare il settore giovanile“.

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