Taranto: Ragno, ‘Non tutto lo spogliatoio era dalla mia parte’

L’ex tecnico al Corriere dello Sport: ‘Stimo Giove, ma si lascia influenzare: spero in futuro decida autonomamente’

TARANTO
24.05.2020 10:58

In sede di presentazione a Taranto furono chieste le ragioni del suo esonero a Potenza, domanda alla quale rispose categoricamente con un “il Potenza, in serie C, è come se non lo avessi mai allenato”. A distanza di mesi ritiene che una situazione simile le sia capitata anche in riva allo Jonio?
Indipendentemente da me, un tecnico non lo si giudica nell’arco di poche giornate: l’esonero, qualora si renda necessario, deve essere ragionato. A Potenza mi è stato detto che “questo è il sistema calcio”, espressione alla quale, ancora tuttora, non riesco a dare una spiegazione: il presidente Caiata mi chiese di raggiungere la C in un triennio, invece l’obiettivo è stato centrato dopo un solo anno nonostante non fossimo partiti tra i favoriti. Questo è un mondo in cui non sempre vi è riconoscenza. A Taranto mi è capitato di essere contestato perfino durante il ritiro, dinamica mai accaduta prima: il presidente Giove è una persona straordinaria e nei suoi confronti nutro il massimo della stima, tant’è che siamo rimasti in ottimi rapporti, forse però ha risentito di qualche influenza esterna che lo ha indotto a esonerarmi dopo sole otto giornate. Spero che in futuro, per il bene del Taranto, assuma decisioni in maniera autonoma senza rinnegare il progetto tecnico alla prima difficoltà. Purtroppo, però, a livello generale, il cliché è questo: nelle prime 12 giornate si sono registrati 13 esoneri, cifre che inducono a riflettere.

Dal suo Taranto ci si aspettava senza dubbio qualcosa in più, ma è anche vero che siete stati bersagliati dalla sfortuna: ogni minima disattenzione vi è costata una sconfitta.
Se il Taranto, con me al timone, ha collezionato 12 punti su 24, evidentemente meritava quelli, ma il discorso di prima ritorna qui: escluso il secondo tempo di Bitonto, nessuno ci ha mai messi sotto a livello di prestazioni. Con il Brindisi abbiamo perso una gara dominata dall’inizio alla fine, il Sorrento ha espugnato lo Iacovone facendo un solo tiro in porta in un’azione viziata da un clamoroso fallo di mano non segnalato, perfino a Foggia in dieci uomini e senza difensori di ruolo non abbiamo mai subito. Bisogna sempre tener presente l’obiettivo a lungo termine e non limitarsi ai risultati iniziali. Se non ci sono problemi di gruppo e ogni componente rema nella stessa direzione, i campionati si vincono.

Dalle sue parole si evince che, a livello di gruppo, abbia riscontrato più di qualche problema.
Sin dal mio arrivo ho cercato di instaurare un rapporto amichevole, ma al contempo professionale con il gruppo: questa mia personalità, forse, ha infastidito tre-quattro calciatori i quali, anziché dare il massimo per la maglia, hanno pensato più in termini individuali, mal digerendo la panchina. Io la faccia, a differenza di altri, l’ho sempre messa. Per me non esistono titolari o riserve: chiunque, in qualsiasi momento, può diventare un punto fisso o, viceversa, non esserlo. Credo fortemente nella meritocrazia: con me gioca chi da tutto in allenamento ed è un aspetto su cui non transigo.

Secondo lei, perciò, il suo esonero è dipeso anche da un rapporto non idilliaco con alcuni calciatori in rosa?
Alleno da 24 anni e, a conti fatti, ho subito pochi esoneri. riuscendo quasi sempre a raggiungere gli obiettivi che mi erano stati prefissati: a Taranto ho avuto a disposizione una grande squadra a livello tecnico, ma per vincere è necessario un gruppo forte e unito. L’esonero fa parte del mestiere, tuttavia ritengo che gli ultimi due siano dipesi anche e soprattutto da altri fattori. Poi chiaramente qualche errore l’ho commesso anch’io, ad esempio nella valutazione prettamente umana di alcuni calciatori. (Corriere dello Sport)

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