All’alba di martedì 29 aprile, agenti della Polizia hanno dato esecuzione a un provvedimento di sequestro patrimoniale emesso dal Tribunale di Lecce – sezione misure di prevenzione.

Il decreto, disposto su proposta del Questore della provincia di Taranto, Michele Davide Sinigaglia, riguarda un uomo di 47 anni, originario del capoluogo jonico, attualmente detenuto.

L’uomo, lo scorso gennaio, è stato condannato all’ergastolo dalla Corte d’Assise di Taranto per il ruolo di organizzatore dell’omicidio dell’imprenditore Cosimo Nardelli. La sentenza ha accolto pienamente le richieste formulate dai Pubblici Ministeri della Direzione Distrettuale Antimafia di Lecce e della Procura Ordinaria di Taranto.

Le indagini, condotte dalla sezione misure patrimoniali della Divisione Anticrimine, hanno beneficiato del supporto informativo della Squadra Mobile e delle risultanze emerse nei più recenti procedimenti penali. Gli accertamenti dei Sostituti Procuratori delle due procure coinvolte hanno permesso di delineare il profilo del soggetto come appartenente a una categoria di elevata pericolosità, sia generica che qualificata.

L’uomo, già autore di diversi reati a scopo di lucro, è stato riconosciuto come figura centrale all’interno di una consorteria criminale radicata nel territorio tarantino. Parallelamente, sono emersi numerosi elementi che testimoniano la sua disponibilità di beni di valore, sproporzionati rispetto al reddito dichiarato dal nucleo familiare.

Tra i beni sequestrati figurano attività commerciali, una delle quali utilizzata come luogo di ritrovo e base operativa del gruppo criminale, come documentato da immagini di videosorveglianza. Sequestrati anche immobili residenziali, veicoli, orologi di pregio come Rolex, conti correnti bancari e postali.

A eccezione di un solo rapporto finanziario, tutti gli altri beni risultavano formalmente intestati a terzi considerati fidati dal proposto. Tuttavia, secondo gli inquirenti, il 47enne ne manteneva il pieno controllo e la disponibilità.

Alla luce degli elementi raccolti, gli agenti della Divisione Anticrimine della Questura di Taranto, con l’ausilio degli operatori specializzati del Servizio Centrale Anticrimine di Roma, del Reparto Prevenzione Crimine di Lecce, della Divisione PAS, della Polizia Scientifica e delle pattuglie della stessa questura, hanno apposto i sigilli ai beni.

L’amministratore giudiziario, nominato dal Tribunale di Lecce, è stato immesso in possesso dei beni sequestrati, per impedirne dispersione, sottrazione o vendita.

Il valore complessivo dei beni sottoposti a sequestro è stato stimato in oltre un milione e mezzo di euro. Tutte le formalità di trascrizione sono state eseguite presso gli uffici competenti.