Ilva in Amministrazione Straordinaria, Usb: “Servono garanzie prima della vendita”
L’Usb chiede tutele per tutti i lavoratori e propone una mobilitazione se il Governo agirà senza accordi

“Sarei disposto a firmare per la chiusura della fabbrica se ci fosse un accordo che blinda i 15.000 lavoratori e le loro famiglie”. Con queste parole, pronunciate durante un’assemblea molto partecipata, Francesco Rizzo, esecutivo confederale dell’Usb, ha sintetizzato la posizione del sindacato sul futuro dell’Ilva in Amministrazione Straordinaria.
Secondo Rizzo, è urgente avviare un confronto immediato sull’intero pacchetto dei lavoratori – diretti, in cassa integrazione e dell’indotto – prima che si proceda alla vendita dello stabilimento siderurgico, prevista entro giugno. “L’alternativa – ha avvertito – è la mobilitazione”.
Dello stesso avviso Pietro Pallini, dirigente Usb di Taranto, che ha richiamato l’attenzione sui circa 1.700 cassintegrati tra Taranto e Genova: “Sono parte integrante di questa vertenza. La fretta nelle decisioni non può andare a scapito della condivisione con i sindacati”.
Michele Altamura, responsabile Usb per i lavoratori Ilva in As, ha parlato di una condizione ormai insostenibile: “Essere in cassa integrazione da oltre sei anni ha conseguenze devastanti, anche psicologiche. La situazione è resa ancora più difficile dall’età dei lavoratori, spesso lontana dalla pensione”.
“Non esistono lavoratori di serie A e serie B” ha affermato Vincenzo Mercurio, coordinatore provinciale Usb di Taranto, ribadendo che tutte le componenti della forza lavoro devono essere considerate in modo unitario. Il sindacato ha chiesto che il Governo assuma decisioni tenendo conto non solo delle esigenze occupazionali, ma anche delle ricadute economiche e sociali sul territorio.
“Pensiamo all’effetto della cassa integrazione sull’economia locale – ha spiegato Mercurio – alle saracinesche abbassate e alla precarietà dell’appalto. Serve un cambio di rotta e un impegno concreto anche da parte della futura amministrazione comunale per affrancare Taranto dalla monocultura dell’acciaio”.
L’Usb ha infine confermato la propria volontà di presentare proposte concrete ai tavoli di confronto, con l’obiettivo di tutelare lavoro e territorio in questa nuova fase della vertenza Ilva.