Taranto: "Iaco", la tragica storia dell' eroe dei due mari...

TARANTO
Vito Galasso
16.12.2016 09:23

«Non puoi tirare calci a un pallone se non sai chi è Iacovone». È questa una delle frasi emblematiche di Iaco, il cortometraggio scritto e diretto da Alessandro Zizzo su Erasmo Iacovone e proiettato giovedì sera al teatro Tatà di Taranto. Il breve film fa parte della serie per il web Past Forward prodotta da Apulia Film Commission in esclusiva per Repubblica.it. Un racconto visivo lungo nove decenni in nove episodi, dal 1970 al 2050, che attraverso autori e linguaggi diversi racconta i luoghi della Puglia: il Gargano, Polignano a Mare, la Valle D'Itria e il Salento diventano i set naturali per memorie, racconti e un presunto futuro tra incubi e utopie. Iaco è il primo dei nove e farà il suo debutto assoluto a partire da venerdì 16 dicembre. 

Il corto, a dir la verità, nei suoi quindici minuti circa risulta troppo confusionario, con molti personaggi, poco spazio al protagonista principale e la città di Taranto è quasi del tutto assente. Si tratta più che altro di un racconto veloce, sbrigativo, delle ultime ore di vita del mai dimenticato bomber rossoblù, simbolo di una città innamorata del calcio che dal calcio non ha mai avuto nulla in cambio. La rappresentazione dell'idolo dei tarantini resta marginale, risucchiata dai tanti attori secondari che si susseguono come le spennellate su un quadro e da qualche foto di repertorio messa quasi a caso. Il vecchio che spiega al bimbo chi fosse Erasmo Iacovone è un'idea già vista, già letta, usurata, senza dubbio evitabile. A volte si cade persino nella banalità come quando il padre va a recuperare una sua vecchia maglia per farla indossare al figlio. Nonostante i limiti della storia, il prodotto è pressoché buono, soprattutto per l'interpretazione dei protagonisti, tra cui spicca il piccolo Fabio Ferrara ("Barcellona" Fernando Pastorelli) che, seppur al debutto, riesce a dare credibilità all'ingenuità dei suoi anni. Una nota di merito anche a Cosimo Cinieri, che interpreta Antonio Schirone, che sfodera qualche spunto di riflessione. Nel cast Angelo Argentina (Erasmo Iacovone), Serena Iansiti (Paola Raisi), Paolo Lippolis (Michele Pastorelli), Mara Spinelli (Giulia), Piero Buzzacchino (Michele Adulto), Giorgio Consoli (Fernando), Martina Gatto (Maria), Anna Jasmine Tratto (Lucia), Sofia Sammarco (Annalisa), Giuseppe Colucci (Marcello), Franco Secondo (Corrado), Massimo Cimaglia (Presidente Fico), Gino Cesaria (Mister Seghedoni), Antonello Conti (Gori), Andrea Antonio Vico (Nardella), Luciano Montrone (Giordano Raisi), Giovanni Cristina (Il Professore) e la partecipazione straordinaria di Gianni Sebastio (Speaker Radiofonico). La realizzazione del cortometraggio è stata resa possibile grazie anche al supporto di Paco Maddalena (fotografia), Luisa Lopalco (scenografia), Beatrice Randino (costumi), Beatrice Aru (trucco e parrucco), Davide Bianco (suono), Fabrizio Manigrasso (montaggio), Gregorio Mariggiò (organizzazione), Simone Isola e Laura Tosti Per Kimerafilm Srl (produzione esecutiva).

IL CORTO COMPLETO SU ERASMO IACOVONE

Nel corso della serata - che ha registrato il pienone e la presenza della rosa e della società del Taranto F.C. 1927 - abbiamo avvicinato alcuni protagonisti.

Alessandro Zizzo: «Il mio obiettivo è di far conoscere Iacovone alle nuove generazioni. Personalmente, nemmeno io lo conoscevo. Me ne parlava sempre mio padre, che da maresciallo della Marina era spesso a Taranto e ha sentito parlare delle gesta di questo fuoriclasse. Fondamentali per la realizzazione del corto sono state le indicazioni di Paola Raisi. Lei è stata una delle prime persone a vederlo ed era molto entusiasta. A mio avviso nel film ci sono degli aspetti rilevanti che non vanno trascurati come la scelta di mister Seghedoni, l'ultimo incontro in aeroporto con la moglie e il rapporto con la stessa». 

Fabio Ferrara: «Ho solo 10 anni e non conoscevo Iacovone. Ho chiesto informazioni su di lui prima di fare il provino. Non ho mai studiato recitazione, ho solamente partecipato a qualche progetto teatrale con la scuola e per me questa è la prima esperienza in assoluto. Mi è piaciuta particolarmente la parte con Cosimo Cinieri. Non so quale sarà il mio futuro, se farò il calciatore o l'attore. Se mi chiameranno, accetterò molto volentieri». 

Gregorio Mariggiò: «Abbiamo voluto raccontare un personaggio storico per la città di Taranto con i nostri occhi. Ci sono voluti tre mesi per la preparazione di questo film, anche se l'abbiamo girato in una settimana solamente. Nonostante i fondi messi a disposizione dall'Apulia Film Commission, abbiamo dovuto investire ulteriori soldi per gli ambienti, per rimettere in scena un'epoca che non c'è più, con i suoi stili di vita e i suoi mezzi. Con Alessandro Zizzo ho già lavorato molte volte, ma questa è la prima volta che trasmettiamo su una piattaforma così importante come quella di Repubblica. Speriamo di aver seminato bene». 

Angelo Argentina: «Sono di Francavilla Fontana e non conoscevo Iacovone. Sapevo qualcosa dello stadio e del mito del calciatore per i tarantini. Mi è piaciuta immediatamente la proposta che mi è stata fatta, anche perché Paola Raisi mi ha detto che assomiglio tantissimo a Erasmo. Non era semplice interpretare questo ruolo perché lui era un tipo schivo, ma il mio mestiere è quello di raccontare storie e cerco sempre di farlo al meglio. Abbiamo curato in maniera delicata gli ultimi momenti di vita di Erasmo, che era per giunta piuttosto sconsolato per la mancata vittoria contro la Cremonese. Senza dubbio la paura di esagerare è stata superata». 

Maurizio Sciarra (Apulia Film Commission): «Il progetto "Memoria" è un bando per i pugliesi che portiamo avanti da diversi anni. Iniziamo dagli anni Settanta fino a raggiungere il 2050 con nove film per cercare di mettere insieme storie e formati diversi, che nascono qui, nel nostro territorio, ed è giusto che siano interpretati dai nostri attori». 

Elisabetta Zelatore: «La parobola umana di Iacovone rappresenta il senso di appartenenza che coinvolge tutta la città, la raffigurazione di un ideale e il sogno infranto».

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