Porto Taranto: ‘Dati allarmanti, incentiviamo imprese esistenti per rilanciare scalo’

Lo dichiara Stefano Castronuovo, segretario regionale di Casartigiani e rappresentante autotrasportatori

Stefano Castronuovo
CRONACA
14.02.2023 12:57

Gli ultimi dati relativi al traffico merci del porto di Taranto sono allarmanti. Stefano Castronuovo, segretario regionale di Casartigiani e rappresentante degli autotrasportatori, esprime la sua forte preoccupazione al riguardo e auspica che si intervenga. Il bilancio del 2022 del porto ha registrato un decremento complessivo del traffico del 16,9 per cento. Uniche voci positive la movimentazione container, che però partiva da volumi bassi del 2020 e 2021, e i passeggeri delle crociere. Tutto il resto porta invece il segno meno.

«Dobbiamo essere in grado – spiega in una nota Castronuovo - di far nascere nuove imprese di produzione che siano in grado di rilanciare il tessuto economico di Taranto, ancora troppo piegato dalla crisi finanziaria e produttiva della grande industria siderurgica».

«È ora che ci si impegni seriamente - dichiara - per cambiare il paradigma del rapporto tra il territorio e le imprese. Gli enti pubblici, vale a dire il Comune, la Provincia, la Regione, l’Agenzia delle Dogane, la struttura commissariale della Zona economica speciale e l’Autorità Portuale, dovrebbero creare sinergie e ridisegnare il contesto operativo delle imprese. Creare condizioni affinché le imprese possano investire, crescere e svilupparsi. Andrebbe incentivata - continua Castronuovo - l’imprenditoria esistente verso nuove attività, tra investimenti, produzione, esportazione e importazione, così come bisogna incentivare la nascita di nuove imprese in modo che si ridisegni un percorso di autonomia economica che possa conferire slancio al porto».

Per Castronuovo, «non serve cercare grandi soluzioni all’estero, piuttosto dovremmo lavorare sul nostro potenziale. Il porto funziona a partire dalla presenza di imprese che sul territorio importano ed esportano. Il sistema portuale – continua - può funzionare se accresce la sua competitività e pone attenzione sugli investimenti in digitalizzazione dei controlli, tramite strumenti d’avanguardia, come sull’efficientamento della logistica e i sistemi di movimentazione delle merci».

Castronuovo rilancia la sua proposta, già avanzata all’ Organismo di partenariato della risorsa mare, relativa alla creazione del polo logistico collegato all’ dell’autotrasporto. «Siamo soddisfatti – continua Castronuovo - dei primi treni merci partiti per il Nord dal terminal container di Yilport. Tuttavia, non basta. Rimane fondamentale creare un grande polo logistico collegato all’autotrasporto, un vero e proprio interporto che valorizzi e integri la connessione nave-ferrovia-strada in modo da ottimizzare i costi di trasporto».

«Sarebbe così garantito – conclude il rappresentante degli autotrasportatori - anche il mantenimento economico alle imprese di trasporto di Taranto. Solo se riparte dalle sue importanti potenzialità, Taranto può ambire a diventare nodo centrale della logistica di un’ampia area ionica in cui sono comprese anche la Calabria e la Basilicata».

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