Nuove autorizzazioni rilasciate dalla Provincia di Taranto per scarichi nel Mar Grande e per un impianto di trattamento rifiuti nelle immediate vicinanze del Mar Piccolo sollevano un’ondata di proteste da parte del mondo della mitilicoltura e delle sigle sindacali. Secondo quanto denunciato da cooperative, associazioni di categoria e rappresentanti dei lavoratori, le recenti decisioni mettono ulteriormente sotto pressione un ecosistema già compromesso da decenni di attività industriali.

Con la Determina n. 731 del 6 giugno 2025, la Marina Militare ha ricevuto il via libera per lo scarico di acque reflue nel Mar Grande, tratto di mare già segnalato da ARPA e ISPRA per livelli elevati di contaminanti. Contemporaneamente, la Provincia ha autorizzato, tramite il PAUR 2025, la costruzione di un impianto per la lavorazione di 260.000 tonnellate l’anno di rifiuti inerti, localizzato a pochi metri dalla costa del Mar Piccolo e dal quartiere Paolo VI.

“Questa zona è già al limite della sopportazione ambientale”, denunciano i firmatari del comunicato che sottolineano come le autorizzazioni siano state rilasciate nonostante documentati sforamenti nei parametri ambientali e condizioni climatiche estreme che nell’estate 2024 hanno portato a una mortalità superiore al 90% del novellame, compromettendo la produzione di mitili per il 2025.

Le associazioni criticano inoltre la gestione dell’immagine del prodotto locale: “La cozza tarantina viene esaltata come eccellenza gastronomica, ma la realtà è fatta di perdite milionarie e famiglie in ginocchio”. Puntano il dito anche contro alcuni aderenti al Presidio Slow Food dedicato alla cozza nera del Mar Piccolo, accusati di non rispettare i principi fondamentali di tutela e trasparenza. “Raccontano un’abbondanza che non esiste, mentre i mitilicoltori affondano nel silenzio e nell’indifferenza”.

Il documento congiunto, sottoscritto da Emilio Palumbo, Carla Macripò, Gianluca Basile, Cosimo Bisignano, Cosimo D’Andria, Alessandro Gesuè, Lucia Lapenna e Vincenzo Guarino, chiede un cambio di passo. “Occorre fermare le mistificazioni e costruire una risposta politica e istituzionale seria, fatta di bonifiche reali e difesa concreta delle economie del mare”.

“Taranto non è una cartolina. È un fronte aperto. Chi ama davvero questa terra deve schierarsi ora, senza ambiguità”, conclude il comunicato.