Taranto: La stampa, "Zelatore merita un'altra chance"

TARANTO
Redazione
12.05.2017 15:25

L'umiliante retrocessione in Serie D, arrivata con l'ultimo posto in classifica, ha fatto precipitare le quotazione del tandem Zelatore-Bongiovanni. Considerando il clima che si è venuto a creare, è il caso che l'attuale proprietà vada avanti? Lo abbiamo chiesto ai colleghi della stampa tarantina, i quali sarebbero pronti a concedere un'altra chance a patto che non si ripetano più gli errori del passato. Basta con approssimazione e precarietà, la società deve darsi un'impronta professionale mettendo gli uomini giusti al posto giusto. Ecco cosa ne pensano i nostri colleghi, in rigoroso ordine alfabetico:

Mimmo Carrieri (Il Nuovo Quotidiano): “Non è il clima a dover determinare un cambio di proprietà, per quanto i risultati sportivi inducano comprensibilmente al desiderio di cambiamento totale. Il passaggio di mano deve essere valutato razionalmente e lucidamente. Se ci sono nuovi acquirenti con forze economiche, programmi e competenze, allora il passaggio sarebbe auspicabile. Altrimenti sarebbe utile proseguire a patto di correggere e superare i tanti, troppi errori commessi quest'anno”.

Christian Cesario (tuttocalciopuglia.com – Cosmopolismedia): “L’aria che si respira in città è pesante, dopo il pesante smacco della retrocessione. Il clima non credo possa favorire il lavoro del duo Zelatore-Bongiovanni in caso di mancata cessione della società: è ormai evidente che il rapporto tra presidenza e piazza sia piuttosto deteriorato. Alle parole, spesso, bisogna che facciano seguito i fatti: il pubblico rossoblù non ha fatto mai mancare il proprio apporto ed i tifosi sono stati sempre vicini alla squadra, nonostante i risultati insoddisfacenti maturati nel corso dell’anno. Difficile comprendere, ancora oggi, la gestione di alcune situazioni, come l’affidamento di ruoli di responsabilità che hanno, purtroppo, inciso notevolmente sul nefasto esito finale della stagione del Taranto. Le competenze e la validità delle scelte operate le avalla il campo, unico supremo giudice. E nel caso del Taranto la risposta, negativa, è sotto gli occhi di tutti. E, purtroppo, per l’ennesima volta. E non serve aggrapparsi agli “eventi”, come l’aggressione dello scorso 22 marzo (episodio comunque gravissimo e da condannare senza attenuanti): sarebbe cercare solo alibi. Un organico mal assortito, si è letteralmente “dissolto”, con l’assenza dei tre giocatori. Necessario, ora, che ogni operatore coinvolto in questa pessima stagione faccia il proprio esame di coscienza ed il “mea culpa”. La squadra rispecchia lo stato della città, inutile ignorarlo. Ma l’improvvisazione deve lasciare strada ad una programmazione seria e chiara. Per il bene del Taranto, chi ha a cuore le sorti del sodalizio, si faccia avanti e lasci stare gli inutili proclami di facciata. Spieghi al popolo tifoso chiaramente le proprie intenzioni. E lavori rimboccandosi le maniche, con buona dose di umiltà, affidandosi ad “addetti competenti”. La Lega Pro era un patrimonio da proteggere a tutti i costi e così non è stato: ora è necessario invertire la rotta. E diventare credibili”.

Daniele Creti (cronachetarantine.it): “A Taranto ci si dimentica tutto in fretta. Va ricordato che Zelatore e Bongiovanni hanno garantito la continuità del calcio rossoblu investendo capitali importanti per il periodo che viviamo. Certo c'è stato un fallimento tecnico, ma non societario a mio modesto parere. Quindi, meritano ancora la fiducia anche se comprendo la profonda delusione per una retrocessione assurda, ma, ripeto, è stato solo un fallimento tecnico e non societario. Per quanto riguarda i tifosi, sono sicuro che allestendo una squadra di grande spessore tecnico ritorneranno a riempire lo Iacovone”.

Luca Chianura (Radio Senise – tuttosporttaranto.com): “In questo momento storico-sportivo la società deve decidere che fare da grande. Un fatto è acclarato: non gode più della simpatia e della stima della città e del popolo rossoblù delusi dalla retrocessione in Serie D. L'effetto ripescaggio in Lega Pro è svanito nel giro di pochi mesi. Cedere il sodalizio rossoblù ad acquirenti facoltosi, motivati, competenti e dotati di peso politico a livello romano-federale ha una duplice valenza. Programmare a stretto giro di posta un campionato difficile e competitivo. Riportare entusiasmo e serenità in città e nella tifoseria rossoblù sconcertate dal ritorno in un palcoscenico calcistico avvilente e deprimente. Aspettiamo le comunicazioni ufficiali del Taranto FC 1927”.

Angelo Di Leo (laringhiera.net): “Credo che le società prima di tutto debba chiarire cosa sia avvenuto dal 22 marzo in poi. Se da un lato la Questura sta facendo luce sull'episodio di cronaca nera, dall'altro il sodalizio avrebbe la responsabilità di illustrare ai tifosi, ovvero ai tarantini, cosa quei fatti abbiano determinato nell'equilibrio di uno spogliatoio che appena quindici giorni prima sembrava vincente o quantomeno affidabile nella sua tenuta. Tre giocatori via, con tanto di certificato medico. Detto ciò, la società ha due strade: uno, passare la mano, ne ha il diritto, ma anche il dovere, nel caso, di farlo in fretta per far programmare il futuro ad altri. Due, restare in sella e rendere chiari i suoi programmi, come ebbe il merito di fare la scorsa estate. Vie di mezzo non ne vedo…”.

Francesco Leggieri (Tbm tv e Vox Tarentum): “Siamo alle solite. Finisce il campionato e comincia il toto-presidente, seguito, a ruota, dal toto-allenatore. Questa volta si respira una strana aria a causa dei problemi extra-calcistici. È davvero difficile esprimersi, l'intera piazza è in subbuglio, i proprietari, per primi. Non mi sento di bocciare Elisabetta Zelatore per l'impegno profuso e se ha commesso degli errori sicuramente sono dovuti all'inesperienza. Forse andrò controcorrente, ma credo sia giusto che resti al timone del club, questa volta con al fianco gente idonea in ogni settore”.

Enrico Losito (Canale 85 – tuttosporttaranto.com): “Il finale amaro di stagione ha creato un clima da ultimo dell'anno quando tutti noi abbiamo la smania di liberarci degli oggetti vecchi. Penso che, invece, a parte gli isterismi del momento, il vero interrogativo da porsi è: oggi ci sono alternative valide e credibili a Zelatore - Bongiovanni? La voglia di cambiare potrebbe anche portare in riva allo Jonio l'avventuriero di turno. Allora meglio riflettere attentamente sul cambio di proprietà. Tutti possono commettere degli errori che servono di esperienza per il futuro. Attendo la conferenza stampa dell'attuale proprietà per sapere quale sia la reale volontà: lasciare o rilanciare".

Matteo Schinaia (tuttosporttaranto.com): “La gestione societaria del Taranto per ciò che concerne questa stagione è stata deficitaria da tutti i punti di vista. A partire dalle scelte tecniche fino ad arrivare ad una comunicazione che, paradossalmente, ha finito per nuocere ancora di più rispetto ai continui cambi in panchina e alla scelta di giocatori che si sono dimostrati non adatti ad indossare la maglia del Taranto in un campionato così particolare come la Lega Pro. Il comunicato di qualche giorno fa ne è la dimostrazione: van bene le scuse ai tifosi per l'ultimo posto in un torneo nel quale ci si poteva salvare con abbondante anticipo, non altrettanto gli "anche se", nel quale si indicano tradimenti e responsabilità a terzi. Quando la barca affonda, il comandante non cerca alibi. Che dire poi di quella foto della Curva del Pisa? Paragone improvvido, considerati i campionati molto diversi e le delusioni cocenti vissute dai tifosi del Taranto, che da anni non ottengono vittorie sul campo e che non hanno bisogno di confrontarsi con altri "sventurati". Cambiare? Solo davanti ad un progetto serio e che si dimostri maturo e duraturo. Le proposte finora giunte non solo non hanno soddisfatto il duo presidenziale, ma anche fatto storcere il naso anche a tanti addetti ai lavori, visti gli ultimi precedenti dei pretendenti. Altrimenti si continui così, magari con una reale presa di coscienza dei propri errori da parte della società ed una comunicazione più improntata sulla condivisione. Nei prossimi giorni ne sapremo di più, nella speranza che il presidente Zelatore e l'avvocato Bongiovanni decidano finalmente di confrontarsi con stampa e, magari, tifosi. Il timore è, però, che si assisterà all'ennesima estate tribolata e condita da ansie: quello di cui i supporters rossoblu proprio non avevano bisogno”.

Umberto Nardella (salentosport.net): “Secondo me la società deve fare un'attenta analisi sul suo operato e rapportarsi al pensiero dei tifosi. Il suo operato non è fatto di successi e la piazza chiede un cambio che porti una ventata di positività, unitamente ai successi. Se la dirigenza si ritiene in grado di soddisfare questo desiderio di rinascita sportiva, allora farebbe bene a restare ma inizi a dare un segno chiaro sin da oggi assumendosi le colpe per una stagione letteralmente gettata alle ortiche per inesperienza. Se invece dovesse continuare difendendosi dalle giuste critiche che arrivano puntando il dito a turno su stampa, giocatori e tifosi allora farebbe meglio a consegnare il titolo nelle mani del futuro sindaco agevolando il passaggio delle quote. Possibilmente bypassando la fondazione che ad oggi risulta essere un'entità astratta e sempre più lasciata sola dai suoi stessi iscritti”.

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