Da 1 aprile bar e ristoranti dovranno pagare concessione aggiuntiva aree pubbliche

CRONACA
15.03.2022 17:56

Dall’1 aprile i pubblici esercizi (bar e ristoranti) dovranno pagare la concessione aggiuntiva di aree pubbliche, di cui avevano potuto gratuitamente beneficiare, durante la crisi pandemica, grazie al decreto Rilancio del 2020 (con le successive proroghe). Con la fine dell’emergenza, fissata al 31 marzo 2022, chi è stato autorizzato dovrà dunque pagare la concessione aggiuntiva. Infatti, il decreto Milleproroghe 2022 ha prolungato, sino al 30 giugno, il regime di semplificazione autorizzatoria per l’occupazione del suolo pubblico finalizzata all’installazione di dehors (introdotto con la Legge di Bilancio 2022), ma non ha prorogato l’esenzione del canone unico patrimoniale, beneficio  che scadrà a fine mese. 

Riepilogando: dal 1° aprile chi è stato autorizzato deve pagare la concessione aggiuntiva, ma dal 1° luglio si torna al ridimensionamento degli spazi pubblici concessi e pertanto le eventuali strutture installate andranno smontate.

Insomma, un colpo di spugna su una procedura speciale che è stata determinante e di grande aiuto per le imprese e  per l’economia, e che ha garantito il mantenimento dei livelli occupazionali durante la pandemia. 

Pur se fuori dalla emergenza Covid, non si può certo sostenere che le imprese siano tornate ai livelli pre-pandemici, anzi la ultima emergenza energetica sta mettendo a rischio la capacità delle attività di far fronte a nuovi importanti costi di esercizio dopo due anni di calo dei fatturati. Alcune attività per far fronte a rincari dell’approvvigionamento energetico stanno valutando l’opportunità di mantenere solo l’apertura serale o di ridurre i giorni di apertura. 

Insomma, un contesto davvero complicato che non facilita la ripresa dell’economia e che non contribuisce a creare il clima di fiducia necessario per la ripartenza e gli investimenti delle imprese su nuovi presupposti (innovazione, transizione energetica, formazione e altro) come da più parti indicato. 

Temi di riflessione secondo Fipe Confcommercio Taranto che su queste problematiche, di grande importanza per il settore della ristorazione e bar, strategico per l’offerta turistica del territorio (l’enogastronomia in Puglia è uno dei principali attrattori per circa il 48% dei turisti), propone un confronto con le amministrazioni comunali. Di qui la lettera che il presidente provinciale di Confcommercio Taranto, Leonardo Giangrande, ha inviato ai sindaci del territorio provinciale nella quale si sollecitano interventi urgenti e decisi mediante l’introduzione di misure che compensino gli impatti negativi riguardanti la tassazione e la cessazione delle politiche di sostegno alle imprese. Confcommercio chiede il prolungamento sino al prossimo settembre 2022 del regime semplificato delle autorizzazioni e si rende disponibile a collaborare con le Amministrazioni comunali del territorio provinciale. (CS)

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