Polo Subacqueo: 30 milioni per le tecnologie sottomarine tra innovazione e ricerca in Puglia
Presentati a Bari i bandi del Polo Subacqueo: focus su ricerca, innovazione e competitività nazionale

Circa 30 milioni di euro in arrivo per sostenere la ricerca e lo sviluppo nel settore delle tecnologie sottomarine. È quanto annunciato nel corso del convegno “Il Polo Nazionale della Dimensione Subacquea – Opportunità per le imprese e le Università Pugliesi”, ospitato a Bari nella sede di Confindustria Bari e BAT.
L’iniziativa, promossa dal Distretto Produttivo dell’Informatica Pugliese e dal Polo Nazionale della Dimensione Subacquea (PNS), con il patrocinio di Confindustria Puglia, Università degli Studi di Bari e Dhitech, ha richiamato rappresentanti del mondo accademico, delle istituzioni, della ricerca e delle imprese pugliesi, oltre a delegazioni della Marina Militare e della Scuola Sottufficiali di Taranto.
Durante l’incontro, l’Ammiraglio Ispettore Cristiano Nervi, direttore del Centro di Supporto e Sperimentazione Navale e della Struttura Operativa del PNS, ha illustrato la missione del Polo: “Sfruttare il potenziale della dimensione subacquea, settore fondamentale per l’autonomia tecnologica nazionale. Il 99% delle telecomunicazioni digitali viaggia sotto i mari: serve ridurre la dipendenza da tecnologie estere”.
Sono in fase di definizione 7-8 bandi per un totale di 30 milioni di euro destinati allo sviluppo di infrastrutture strategiche, come reti di telecomunicazione sottomarine, cavi in fibra ottica, docking station, modem acustici criptati e veicoli autonomi subacquei. “Oggi – ha spiegato Nervi – strumenti come il Flat Fish sono interamente costruiti con componenti estere. L’obiettivo è sviluppare soluzioni italiane per rafforzare la competitività”.
“Investire nella ricerca è fondamentale – ha dichiarato Salvatore Toma, presidente di Confindustria Taranto – soprattutto nel settore marino, ancora largamente inesplorato. La sfida è formare nuove figure professionali e stimolare i giovani, coinvolgendo anche le scuole”.
“Le tecnologie subacquee – ha aggiunto Claudio Tinelli, presidente del Distretto Produttivo dell’Informatica – possono generare valore non solo per la difesa, ma anche per l’industria e per l’intero sistema territoriale. Conosciamo solo il 2% dei nostri mari: il potenziale è enorme”.
“Il Polo – ha sottolineato Danilo Caivano, docente all’Università degli Studi di Bari – è un’opportunità per la Puglia, che vanta competenze già presenti sul territorio. Le ricadute possono interessare anche l’archeologia subacquea, con benefici concreti per città come Taranto”.
Il convegno ha lanciato un chiaro messaggio: la Puglia può diventare protagonista di una nuova frontiera tecnologica. Ora la sfida è fare sistema per intercettare i fondi, orientare le competenze e cogliere le opportunità offerte da un settore in rapida espansione.