Anche Uil e Uilm, con Gianni Ricci, Davide Sperti, Andrea Toma e Gennaro Oliva, sono intervenuti con toni critici: “Non possiamo assistere passivamente a decisioni che riguardano migliaia di cittadini pugliesi. È grave che i sindacati non siano inclusi come firmatari dell’accordo che viene presentato come vincolante per l’Aia”.

Sperti ha sottolineato che “solo lo Stato può garantire un equilibrio tra produzione, decarbonizzazione e occupazione. Prima si è lasciato tutto al mercato, ora si prova a scaricare la responsabilità sugli enti locali. Taranto non può più essere trattata come un problema da risolvere velocemente”.

Tra le proposte della Uil, vi sono screening sanitari per lavoratori esposti ad agenti cancerogeni, il ripristino della normativa per i prepensionamenti legati all’amianto e il riconoscimento dell’impianto a ciclo integrale come sito usurante. “Basta slogan e scorciatoie. Servono chiarezza, responsabilità e un piano sociale serio. È questa la vera urgenza”, ha concluso Oliva.