Sparatoria a Taranto, Libera: “La città non può diventare far west”
L’associazione: “Normalizzare l’anomalia della violenza mafiosa è un rischio che non possiamo permetterci”

“La nostra voce libera contro il rumore degli spari”. Con queste parole il Coordinamento provinciale di Libera Taranto interviene sull’episodio di grave violenza avvenuto nei giorni scorsi nel quartiere Tamburi, dove due bande rivali si sono affrontate a colpi di arma da fuoco con un bilancio drammatico: due morti e due feriti, di cui uno grave.
Secondo l’associazione, quanto accaduto è il sintomo di una “sottocultura della violenza e della legge del più forte” che continua a radicarsi nella città. “Sempre più spesso - si legge nella nota -, le controversie del mondo criminale si risolvono con la sola legge che conoscono: quella del sangue e delle armi”. Particolarmente inquietante, secondo Libera, è stato il comportamento di uno degli autori sopravvissuti alla sparatoria, che “ha rivendicato l’azione dinanzi ai pubblici ministeri”.
Oltre alla violenza stessa, ciò che preoccupa è il contesto in cui i fatti si sono verificati: “La facilità con cui circolano le armi e l’indifferenza generale rendono Taranto simile a un far west, dove aleggiano paura e terrore”.
Libera Taranto esprime sconcerto per la mancanza di una reazione collettiva da parte delle istituzioni e della cittadinanza: “C’è il rischio che episodi così gravi passino sotto silenzio, contribuendo a normalizzare l’anomalia della violenza mafiosa. È un rischio che non possiamo permetterci”.
L’appello dell’associazione è chiaro: “Tutte le forze sociali sane di Taranto devono interrogarsi sul presente che viviamo e sul futuro che vogliamo costruire. Serve una presa di coscienza civica forte, capace di rispondere alla cultura mafiosa con rispetto, responsabilità e partecipazione”.
Conclude Libera: “La nostra città deve liberarsi da questa mentalità criminale. Tocca a ciascuno di noi far sentire la propria voce. Una voce di libertà che sovrasti il rumore degli spari”.