Taranto Pride, non solo festa: lotta e cultura contro l’omotransfobia
Pignatelli contro Vannacci: “Quei cuori valgono come tutti gli altri”

Una giornata di lotta, testimonianza e celebrazione. Con queste parole gli organizzatori presentano l’ottava edizione del Taranto Pride, in programma sabato 5 luglio. Il corteo prenderà il via alle 17.30 dal Monumento ai Marinai, tra Corso Due Mari e Lungomare Vittorio Emanuele III, e attraverserà il cuore della città fino a raggiungere la Città vecchia, con tappe culturali e performative lungo il percorso.
L’evento, organizzato dalla Rete Taranto Pride con il supporto di Hermes Academy, Arcigay Taranto e B-LINK, si snoderà tra Piazza Ebalia, Via Oberdan, Via Nitti, Via Di Palma, Piazza Maria Immacolata (dove andrà in scena l’azione teatrale “Lettere d’amore al tempo della guerra” a cura di TeatroVoCantando) e Piazza della Vittoria, dove Alice Bello interpreterà il monologo “Anima felice” di Valentina Zappatore. Da lì, i partecipanti raggiungeranno Piazza Municipio e poi Piazzetta Delliponti, dove si terrà il momento conclusivo.
Tra gli ospiti attesi (in ordine alfabetico): Lateysha, Eleonora Magnifico, Alessia Nobile, Valentina Petrillo, Valentina Petrini, Cristina Prenestina e il marito Erik Ingvert, Soy Shanigua. Interverranno inoltre i portavoce del Pride: Maria Grazia Bellacicco, Domenico Marinelli e Lucia Pulpo.
La locandina ufficiale dell’edizione 2025 è stata realizzata da Erik Conso, grafico della rete Taranto Pride dal 2022.

Annunciando la manifestazione, Luigi Pignatelli, presidente di Hermes Academy e Arcigay Taranto, ha risposto con parole dure alle dichiarazioni del generale Roberto Vannacci, che aveva affermato: “In guerra ci mandiamo quelli del gay pride”.
“Quelle parole non sorprendono, ma fanno male - ha dichiarato Pignatelli -. Quando un personaggio pubblico parla con disprezzo, semina odio e legittima violenza. Noi non siamo cittadini di serie B, non siamo carne da cannone”.
Nella sua riflessione, Pignatelli ha ricordato volti e momenti dei Pride passati: “Ho visto madri e figli abbracciarsi, anziani piangere, giovani finalmente liberi. Quei cuori valgono quanto ogni altro. Quei corpi meritano rispetto, non disprezzo”.
“Chi veste un’uniforme dovrebbe proteggere, non dividere. Io non voglio essere né uniforme né divisə. Voglio essere liberə, diversə, ascoltatə. Chi oggi mi manderebbe al fronte solo per chi amo, domani m’impiccherebbe per lo stesso motivo. Ma io continuerò a gridare: noi esistiamo, resistiamo, amiamo. E nessuna guerra potrà mai cancellarci”, conclude.