Prezzo del grano in picchiata, CIA Puglia: “Rischio azzeramento filiera”
L'associazione chiede un’intesa sul prezzo come per il latte

Il prezzo del grano duro pugliese continua a scendere, toccando livelli critici inferiori ai 30 euro al quintale, nonostante l’elevata qualità del prodotto raccolto in questa stagione. È l’allarme lanciato dalla CIA Agricoltori Italiani di Puglia, intervenuta al tavolo convocato da Donato Pentassuglia, assessore regionale all’agricoltura, svoltosi il 16 luglio a Bari.
La CIA, rappresentata dal vicepresidente vicario Giannicola D’Amico, dal direttore regionale Danilo Lolatte, e dai direttori provinciali Giuseppe Creanza (CIA Levante Bari-Bat) e Nicola Cantatore (CIA Capitanata), ha ribadito la necessità di un accordo di filiera analogo a quello già sperimentato per il comparto lattiero-caseario.
“I nostri produttori ricevono un prezzo che risale a vent’anni fa, ma con i costi di oggi - ha dichiarato D’Amico -. “Senza interventi concreti, si rischia l’azzeramento della cerealicoltura nazionale, con conseguenze gravi per la sovranità alimentare e l’intero comparto made in Italy della pasta”.
Il grano duro pugliese presenta parametri qualitativi eccellenti, con un peso specifico medio di 84 kg/hl e un contenuto proteico del 14-15%, ben oltre i requisiti richiesti dall’industria. Pentassuglia ha evidenziato anche le proprietà nutraceutiche della produzione pugliese, rimarcando la necessità di un salto di qualità nelle politiche di valorizzazione.
D’Amico ha ricordato l’impegno della CIA, a partire dalla mobilitazione del 2023 con la raccolta di quasi 100mila firme, il coinvolgimento di 45 Comuni e le manifestazioni a Bari, Foggia e Roma. “Produciamo secondo regole rigorose, senza sostanze tossiche. Le importazioni da Paesi terzi avvengono in condizioni non comparabili e minano la sicurezza alimentare e la redditività delle nostre imprese”.
Da Bruxelles, è intervenuto anche il presidente regionale e vicepresidente nazionale della CIA, Gennaro Sicolo, che ha criticato duramente la riforma della PAC. “Penalizza i cerealicoltori italiani e favorisce la concorrenza sleale di chi produce con regole blande o inesistenti. L’Europa e l’Italia devono agire subito per riequilibrare la filiera”, ha dichiarato.
Sicolo ha concluso rilanciando l’appello ai consumatori: “Scegliete solo pasta 100% italiana, fatta con il nostro grano”.