Ambulanza 118 (foto Massimo Todaro)
Ambulanza 118 (foto Massimo Todaro)

Un grave episodio di violenza ha coinvolto due operatori del 118 nel quartiere Paolo VI di Taranto, dove un paziente in stato di agitazione ha estratto un coltello minacciando i soccorritori. I sanitari sono riusciti a mettersi in salvo, evitando conseguenze tragiche grazie alla prontezza e alla collaborazione tra colleghi. La Polizia è intervenuta immediatamente avviando le indagini.

Il fatto ha suscitato un’ondata di reazioni da parte di sindacati e istituzioni. Giuseppe Lacorte, segretario generale della CISL FP Taranto Brindisi, ha parlato di “sequestro psicologico durato venti minuti” e di “una tragedia evitata per un soffio”. La CISL ha chiesto al Prefetto di Taranto, Paola Dessì, la convocazione urgente di un tavolo permanente sulla sicurezza nei servizi pubblici, con il coinvolgimento di forze dell’ordine, istituzioni sanitarie e rappresentanze sindacali.

Parallelamente, il consigliere regionale Renato Perrini ha presentato una richiesta formale per un’audizione urgente in Commissione Sanità invitando l’assessore regionale Raffaele Piemontese, il direttore del Dipartimento Salute Vito Montanaro, il direttore generale ASL Taranto Vito Gregorio Colacicco e il direttore del 118 Mario Balzanelli. Obiettivo: discutere le misure da adottare per garantire sicurezza agli operatori, potenziare i protocolli, applicare le norme esistenti con maggiore rigore e introdurre strumenti tecnologici come le bodycam. “La sicurezza di chi è in prima linea per salvare vite non può più essere messa in discussione. Servono risposte immediate e concrete”, ha dichiarato Perrini.

Dura anche la condanna dell’ASL Taranto, che tramite il commissario straordinario Vito Gregorio Colacicco ha espresso “vicinanza e solidarietà” al personale coinvolto. Colacicco ha annunciato un imminente incontro con la task force aziendale sulla prevenzione delle aggressioni per valutare nuove misure di protezione. “Non possiamo normalizzare la barbarie. La violenza contro i sanitari è un segnale di degrado sociale e civile che va fermato”, ha affermato.

In conclusione, tutte le parti coinvolte hanno ribadito la necessità di prevenzione, formazione e presidio concreto della sicurezza nei servizi di emergenza. “Non possiamo permettere che chi ogni giorno salva vite debba temere per la propria”, ha concluso la Cisl.