Davide Dionigi: ‘Caro Taranto, per il primo posto adesso è dura’
Il tecnico: ‘Ora bisogna ripartire dai calciatori che hanno voglia di lottare chiudendo al meglio la stagione e magari cominciando già a programmare la prossima’

Di Andrea Loiacono
Doppio ex in vista della prossima sfida di campionato che vedrà il Taranto impegnato al “Degli Ulivi” di Andria è Davide Dionigi, che ha indossato la maglia rossoblù dal 2007 al 2009 e la maglia biancoazzurra nella sua ultima stagione da calciatore nel 2009-2010. Indimenticabile l'esperienza sulla panchina del Taranto nell'era D'Addario: portò il Taranto a sfiorare la B (vinta sul campo) nel biennio 2010-2012.
- Nelle ultime 4 partite in campionato, il Taranto ha rimediato tre sconfitte consecutive e un pari maturato domenica scorsa con il Cerignola.
"Purtroppo la situazione si è complicata. Dopo l'arrivo di Gigi Panarelli la squadra aveva dato cenni di ripresa, poi c'è stato un calo fisiologico. Il problema è che il Taranto si trova in una posizione di classifica non consona al suo blasone con la vetta che si è allontanata. Quando si eredita una squadra in corsa e costruita da un altro allenatore non è facile risolvere subito tutti i problemi. A mio avviso, il tecnico subentrante ha bisogno di un paio di mesi per portare i suoi frutti, sia a livello tecnico che mentale. Questo prescinde dalle qualità della squadra che, a detta di molti, sono importanti. Credo che il vero lavoro di Panarelli possa iniziare dopo la sosta. Purtroppo, ripetiamo sempre le stesse cose: allenare a Taranto e vincere non è semplice. È una realtà che ha pro e contro".
- Al Taranto attuale viene imputata la mancanza di personalità, aspetto che al suo di Taranto veniva messo molto in evidenza.
"La grinta è una prerogativa delle mie squadre, che spesso rispecchiano l'allenatore. Con questo non voglio giudicare chi si è succeduto sulla panchina rossoblu. Forse però qualcosa si è sbagliato se a questo punto della stagione la vetta è così lontana. Nella scelta dei giocatori, la società all'epoca mi appoggiò. Penso che prima del calciatore vada scelto l'uomo, anche se per costruire una grande squadra ci vuole un lavoro di programmazione importante".
- Dove ha sbagliato secondo lei il presidente Giove?
"Non lo so, non mi permetto di giudicarlo perché non lo conosco. Penso che comunque vada incoraggiato, non è facile investire oggi come oggi nel calcio. Questa società sta subendo tante critiche perché paga lo scoramento dovuto a tanti anni di Serie D: la gente è stanca, non le importa più come si vince, ma che si vinca. Forse potremmo discutere di come sono stati spesi i soldi investiti, ma ormai il Taranto è condannato a conquistare sempre i tre punti se vuole raddrizzare la stagione".
- A proposito di ricostruzione, è andato via il Direttore Generale Montella e con il DS De Santis si sta avviando l'ennesima rivoluzione. Qual'è la strada giusta adesso? Puntare alla rincorsa alle prime posizioni o pensare a programmare la prossima stagione?
"A prescindere dai 9-10 punti di distanza dalla vetta, credo che in questa categoria, così come in Lega Pro, a meno che non si abbia un budget illimitato si deve pensare a trattenere quei giocatori che hanno voglia di lottare pensando a terminare al meglio la stagione e magari gettando le basi per la prossima. Non so se Foggia e Bitonto siano raggiungibili, ma non trascurerei Sorrento, Casarano e lo stesso Cerignola: ci son molte squadre davanti, il primo posto mi sembra difficile al momento".
Domenica, il Taranto sarà impegnato ad Andria con la Fidelis, la sua ultima squadra da calciatore, che si trova al quintultimo posto e che in settimana ha richiamato Favarin in panchina. Come finirà?
"Favarin è un allenatori che riesce a stimolare la squadra trasmettendo il suo carattere. Sarà una partita complicata per i rossoblu anche perché si tratta di un derby. Tuttavia, il Taranto viene da una bella rimonta con il Cerignola e deve vincere se vuole continuare a dire la sua in qualche modo: spero che i rossoblù possano portare a casa i tre punti".