Costanzo Carrieri
Costanzo Carrieri

“La comunità jonica non può più restare ostaggio dell’incertezza. Serve un accordo vincolante, risorse certe e una visione condivisa”. È questo il cuore dell’intervento di Costanzo Carrieri, presidente dell’ASI Taranto, che ha lanciato un appello chiaro agli attori istituzionali, in vista delle decisioni imminenti sull’ex Ilva.

Carrieri ha sottolineato la crescente preoccupazione dei lavoratori e dell’indotto, ma anche il grido d’allarme dei cittadini e delle associazioni, preoccupati per i rischi ambientali e sanitari legati al sito industriale. “Il Tribunale di Milano potrebbe applicare la sentenza della Corte di Giustizia Europea e decretare lo stop alla produzione. Da qui l’urgenza del ministro Adolfo Urso nel chiedere la firma di un Accordo di Programma propedeutico al rilascio dell’AIA”, ha dichiarato.

Tuttavia, Carrieri ha messo in guardia dal rischio di decisioni affrettate: “Non si può correre per firmare un’intesa dimenticando che serve un piano ‘pro Taranto’, con risposte serie a criticità ambientali, sanitarie e sociali che la città sopporta da decenni”.

Il presidente ASI ha espresso apprezzamento per la posizione chiara assunta dal sindaco Pietro Bitetti, dal presidente della Provincia Giancarlo Palmisano e dal sindaco di Statte Fabio Spada, che hanno rifiutato ogni delega in bianco e denunciato ogni forma di pressione sul territorio.

Carrieri chiede un accordo interistituzionale vincolante, in cui vengano specificati obiettivi, tempi, ruoli e risorse. L’intesa deve includere:

  • Un fondo statale di circa 4 miliardi, destinato alla messa in sicurezza ambientale e alla transizione tecnologica dello stabilimento;
  • Una gestione pubblico-privata per almeno cinque anni, che assicuri controllo e competenze nella fase cruciale del cambiamento.

Tra i nodi da affrontare, Carrieri evidenzia:

  • Il piano industriale, che coinvolge manutenzioni, relazioni sindacali e sostenibilità occupazionale;
  • L’aspetto ambientale, con particolare attenzione alle bonifiche e alla revisione dell’AIA, oggi condizionata da una richiesta poco convincente e da una VAS che rischia di essere in mano agli stessi gestori, “controllori e controllati”;
  • L’urbanistica e la coesione territoriale, con tutela per l’indotto, ricerca, arretramento degli impianti e integrazione con il porto e la città;
  • Il quadro finanziario, con il pieno utilizzo di Pnrr, Cis, Zes e Jtf, oltre agli strumenti di protezione sociale;
  • L’organizzazione operativa, che deve prevedere cabina di regia, monitoraggi, revisioni periodiche e clausole risolutive.

Carrieri è netto: “La transizione ecologica non può subire ulteriori battute d’arresto. La salute e il lavoro sono due facce della stessa medaglia. Ogni attore istituzionale deve agire con responsabilità, senza tattiche dilatorie. È ora di passare dalle parole agli impegni concreti”.