Violenza di genere e giovani, il Dipartimento Jonico apre il confronto

Martedì 16 dicembre 2025, alle ore 9, l’Aula Magna del Dipartimento Jonico dell’Università degli Studi di Bari Aldo Moro, in via Duomo 259 a Taranto, ospiterà un incontro dedicato alla paideia mediterranea, all’educazione sentimentale e al contrasto della violenza di genere, all’interno della seconda edizione del Festival Mediterrae.
L’iniziativa si inserisce in una collaborazione tra l’Istituto Liside-Cabrini di Taranto e il Dipartimento ionico e nasce con l’obiettivo di avvicinare studentesse e studenti a un percorso di riflessione interdisciplinare. Al centro dell’appuntamento c’è il tema “La mia PRESENZA NON è un tuo POSSESSO”, che richiama la necessità di sviluppare una cultura relazionale fondata sul limite, sul riconoscimento dell’altro e sulla responsabilità emotiva.
La professoressa Adriana Schiedi sottolinea come “nel Mediterraneo convivano, spesso a pochi chilometri di distanza, pratiche di libertà e politiche di sottomissione. La paideia oggi è chiamata a educare al limite, al riconoscimento dell’altro e alla responsabilità emotiva, per contrastare alla radice la cultura del possesso e della violenza”. Sulla stessa linea la dirigente scolastica Annamaria Strazzullo, che accoglie con favore l’iniziativa: “Cerchiamo insieme ai ragazzi una soluzione contro la violenza di genere!”.
L’incontro rientra nella giornata del Festival dedicata al tema “Paideiamediterranea: riflessi, intersezioni, radicamenti, proiezioni” e intende approfondire la paideia come formazione integrale della persona, capace di interrogare radici culturali, disuguaglianze e logiche di dominio che persistono nelle società del Mediterraneo. La violenza maschile sulle donne viene letta, in questa prospettiva, non solo come emergenza sociale, ma come esito di un deficit educativo e simbolico.
Il Festival Mediterrae costituisce l’evento conclusivo del progetto P.R.I.A.M.O., finanziato dal CIMEA e realizzato con la collaborazione della CRUI, volto a promuovere un’idea di educazione come pratica di giustizia, dialogo interculturale e responsabilità collettiva. Alla guida del progetto vi è la professoressa Adriana Schiedi, docente associata di Pedagogia generale e interculturale.
Punto centrale dell’appuntamento sarà la relazione della professoressa Schiedi, dal titolo “Paideia mediterranea ed educazione emotivo-sessuale: dal possesso al limite, dal dominio alla relazione”. L’intervento offrirà una lettura pedagogica della violenza di genere, legando educazione emotiva e sessuale alla possibilità di costruire relazioni autentiche e non fondate sul controllo.
Accanto al contributo pedagogico, la professoressa Claudia Capozza, docente associata di Economia Applicata, presenterà una relazione su “Disparità di genere e accesso al credito delle imprese femminili”, che metterà in luce il rapporto tra violenza simbolica, esclusione economica e disuguaglianze.
Elemento significativo della mattinata sarà il protagonismo degli studenti del Liside-Cabrini, che accompagneranno le relazioni accademiche con performance artistiche, monologhi e contributi audiovisivi, tra cui “L’ora che manca” di Apollinaire Manfredi, come esito di un percorso di rielaborazione critica sui temi del rispetto e della libertà.
Sono previsti inoltre gli interventi dell’avvocata Teresa Tatullo, dell’associazione Alzaia, con il contributo “I numeri della violenza”, e del giornalista Francesco Casula de La Gazzetta del Mezzogiorno, che affronterà il tema “La violenza raccontata dalla stampa”, analizzando il ruolo del linguaggio mediatico.
Ad aprire la giornata sarà la dirigente scolastica Annamaria Strazzullo, seguita dai saluti istituzionali del direttore del Dipartimento Jonico Paolo Pardolesi, del professor Vincenzo Pacelli, del dirigente Vito Alfonso, del sindaco di Taranto Piero Bitetti, dell’assessora Maria Lucia Simeone, della consigliera di Parità Sabrina Pontrelli e della presidente del CPO Franca Todaro.
L’incontro si chiuderà con un dibattito e un momento simbolico affidato alla musica, come richiamo alla reciprocità e al rispetto nelle relazioni educative. “È fondamentale incrementare la formazione nel Mediterraneo, dove libertà della donna e politiche di sottomissione convivono. Vogliamo contribuire a creare un’educazione senza barriere con il coinvolgimento diretto delle nuove generazioni”, commenta la professoressa Schiedi.
“Siamo onorati di partecipare al Festival Mediterrae perché ci permette di affrontare la violenza di genere non con la sola denuncia, ma attraverso la ricerca di una soluzione. Una prima risposta arriva dall’educazione sentimentale, fondamentale per superare stereotipi ancora radicati”, aggiunge la preside Strazzullo.