JFT: Dai 5 ‘progetti bandiera’ migliaia posti di lavoro e investimenti per 280 mln

Melucci: ‘Questo è il futuro di Taranto’

Politica
31.05.2022 15:25

Il nostro contributo al futuro della città di Taranto è nella progettualità, non certo nel racconto stagnante di un modello economico ormai al collasso e in contrasto con la qualità della vita delle persone.

È nelle schede progettuali del Regolamento UE del Just Transition Fund, per essere ancora più precisi, attraverso ingenti risorse che l’Unione Europea ha destinato alla decarbonizzazione e a Taranto in maniera esclusiva, sulle quali per mezzo di un ampio processo di partecipazione con cittadini, associazioni, parti sociali e università abbiamo costruito una serie di più di 50 progetti in grado di cambiare realmente il futuro produttivo del territorio. Con uno scopo concreto: il graduale affrancamento dalle fonti fossili attraverso, appunto, una “transizione giusta” che spinga settori come il turismo, la cultura, l’alta formazione, il cleantech, la blue economy, l'idrogeno.

Proprio in questi giorni, con l'approssimarsi della scadenza per la redazione dei programmi operativi dell'attuale ciclo di programmazione comunitaria, nel ruolo di consigliere del governatore Michele Emiliano ho potuto offrire alla Regione Puglia un contributo per definire con maggior dettaglio il piano territoriale del Jtf, largamente fondato sulla strategia di Ecosistema Taranto. Certo, se la nostra città avesse avuto un sindaco in questo momento tutto sarebbe stato più agevole e meno aleatorio, questo è un altro dei grandi dossier cittadini che rischiano di complicarsi per la scelleratezza dello scioglimento anticipato del consiglio comunale.

Quel che ho segnalato è la necessità di preservare all'interno di quel paniere soprattutto 5 proposte, i cosiddetti 5 “progetti bandiera”, che complessivamente quotano 280 milioni di euro e potenzialmente potrebbero attivare, tra diretti e indiretti, fino a 7000 posti di lavoro, in settori innovativi e sostenibili. Parlo dell’ormai nota “Green Belt” (80 milioni), del “Sea Hub” (40 milioni) per potenziare le filiere della maricoltura, della pesca e della nautica, che all'interno contiene la realizzazione dei punti di sbarco certificati, del “MetroMare Taranto” (40 milioni) per implementare le idrovie in connessione con le prossime BRT e i nuovi fronti stazione dell'alta capacità, della “Biennale del Mediterraneo” (40 milioni), al cui interno trova posto il Cineporto di Taranto, e del “Campus ionico della ricerca” (80 milioni).

Su questi pilastri si può costruire un pezzo importante del futuro di Taranto, non certo insistendo con quella grande industria che, se è incapace di governare la transizione che è ormai partita in tutto il mondo, non potrà rappresentare gli interessi delle generazioni future.

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