Resta sotto sequestro senza facoltà d’uso l’Altoforno 1 dello stabilimento Acciaierie d’Italia di Taranto, a seguito dello scoppio di una tubiera avvenuto il 7 maggio scorso. La misura è stata convalidata dal pubblico ministero Francesco Ciardo nell’ambito di un sequestro probatorio legato all’inchiesta avviata dalla Procura.

Nel procedimento risultano indagati per incendio colposo e getto pericoloso di cose tre dirigenti del gruppo siderurgico: Maurizio Saitta, direttore generale della società, Benedetto Valli, direttore dello stabilimento di Taranto, e Arcangelo De Biasi, capo dell’area altiforni.

L’incendio, che ha sprigionato una densa coltre di fumo nero visibile a chilometri di distanza, ha suscitato grande allarme tra la popolazione e ha riportato l’attenzione sulle criticità ambientali e industriali del sito produttivo tarantino.

Acciaierie d’Italia, nel frattempo, ha avviato il trasferimento di documentazione tecnica al magistrato inquirente, che riceverà ulteriori relazioni all’inizio della prossima settimana per chiarire le cause dell’evento.

L’azienda ha comunicato quanto accaduto anche al gruppo Baku Steel, vincitore del bando per l’acquisizione della società, attualmente in fase di negoziazione esclusiva con i commissari straordinari di Acciaierie in amministrazione straordinaria.

Il nuovo episodio accende ulteriormente i riflettori sulla complessa fase di transizione del polo siderurgico e alimenta interrogativi sull’affidabilità degli impianti e sul futuro della trattativa di cessione.