Siti radioattivi: Giangrande, ‘Laterza va lasciata ‘fuori’ da lista Cnai’

CRONACA
Iv.
07.01.2021 18:22

Leonardo Giangrande, presidente provinciale Confcommercio Taranto
L’ipotesi che nell’area murgiana, che va da Matera sino a Laterza, possa essere realizzato un importante deposito di scorie radioattive va totalmente respinta. A esprimersi in termini drastici è Leonardo Giangrande,  presidente provinciale di Confcommercio Taranto, secondo il quale è inaccettabile che nel territorio del Parco delle Gravine, un unicum di biodiversità, bellezza e cultura, possa essere ubicato il sito nazionale dei rifiuti radioattivi. Timore, tra l’altro, espresso da alcuni imprenditori dei settori del turismo e della filiera agro alimentare dell’area occidentale della provincia, preoccupati che Laterza, ma anche gli altri siti individuati nell’area apulo-lucana, siano stati valutati potenzialmente idonei nella CNAI, Carta Nazionale Aree Idonee, la carta delle aree indicate a ospitare la mega struttura nazionale. “Si parla di un’attività industriale altamente impattante sotto il profilo ambientale che - commenta Giangrande - richiede caratteristiche di assoluta sicurezza, trattandosi di un deposito di oltre 9 mila metri cubi di rifiuti radioattivi. Allo stato attuale l’area di Laterza, Gravina, Altamura e Matera sarebbe stata classificata come A2, cioè ‘buona’, altre aree localizzate invece in Piemonte presenterebbero caratteristiche di maggiore idoneità e sarebbero state tipizzate come A1 ‘molto buone’. Queste valutazioni potrebbero contribuire a ‘s-valorizzare’ l’area murgiana. Intanto però è stato avviato un iter procedurale nazionale che al momento prende ancora in seria considerazione l’area del Parco delle Gravine. Occorre allora esprimersi in modo chiaro e netto contro qualsiasi ipotesi, considerato che sul nostro territorio nulla ci sorprende ormai in termini di oltraggio all’ambiente e alla salute. La promessa di nuovi posti di lavoro e di grossi incentivi economici, come evidenziato da alcuni parlamentari critici verso i sostenitori del ‘No’, non può compensare l’impatto che una struttura del genere genererebbe in un territorio che ha già dato tanto, con l’Ilva e l’Eni, e che non ha ancora risolto i suoi problemi ambientali e di salute dei cittadini e che soprattutto registra un grosso ritardo nella realizzazione delle bonifiche. Riteniamo che per tali  ragioni l’area di Laterza non dovrebbe neppur lentamente essere presa in considerazione, considerato che rientra in una provincia già fortemente compromessa sul piano socio-economico dalla vicenda Ilva. Tale indicazione andrebbe a contraddire inoltre il percorso di rilancio turistico avviato dal territorio delle Gravine e della civiltà rupestre, importante elemento di diversificazione e ricchezza culturale (assieme alla Magna Grecia e alla civiltà messapica) dell’offerta turistica provinciale. La sola ipotesi che - conclude il presidente provinciale di Confcommercio - la scelta del sito, come una Spada di Damocle, prenda in considerazione la provincia di Taranto, già così tanto provata (in termini sanitari, ambientali, sociali ed economici) dall’obbligo di Stato, ci indigna e vorremmo che, da subito, la Presidenza del Consiglio si esprimesse in modo inequivocabile contro qualsiasi possibilità di realizzazione".

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