“Taranto chiama”, il documentario-inchiesta di Rosy Battaglia debutta a Torino
La regista presenta a Cinemambiente il racconto corale di una comunità che chiede giustizia ambientale

Dopo quasi dieci anni di riprese, il documentario-inchiesta “Taranto chiama” debutta in prima nazionale il 10 giugno al Cinema Massimo di Torino, nell’ambito del Festival Cinemambiente, tra i più autorevoli eventi internazionali dedicati al cinema ambientale. Il film, diretto e coprodotto dalla giornalista Rosy Battaglia, sarà presentato nella sezione “Made in Italy” e accompagnato da un incontro con il pubblico.
Frutto di un lungo lavoro sul campo tra 2016 e 2025, il documentario è stato realizzato anche grazie a una campagna di crowdfunding attivata nel 2022 dalla rete civica Cittadini Reattivi ETS, con il sostegno di Banca Etica e oltre 300 donatori.
“Taranto chiama” indaga le ferite ambientali della città ionica, riconosciuta dalle Nazioni Unite come zona di sacrificio, e documenta la vita quotidiana di chi abita un territorio segnato dalla presenza del siderurgico ex ILVA, oggi Acciaierie d’Italia, oggetto di cinque condanne da parte della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo tra il 2019 e il 2022 per la mancata tutela della salute pubblica.
“Questo film vuole ricostruire la solidarietà tra i popoli inquinati – spiega la regista – da Trieste, dove è stata demolita la Ferriera, a Taranto, dove è divampato l’incendio all’Altoforno 1 il 7 maggio scorso. È un racconto che riguarda tutti: ambiente, salute e giustizia non sono battaglie locali”.
Attraverso interviste a madri, medici, operai, attivisti e avvocati, il documentario porta sullo schermo voci che denunciano, resistono e propongono soluzioni. Tra queste, la richiesta di riconversione sostenibile dell’economia tarantina, sostenuta anche da una nuova generazione di imprenditori locali. Il film alterna immagini del Golfo di Taranto, del Mar Piccolo, della Città Vecchia, del fiume Tara e del Museo MarTA, raccontando un territorio che resiste e prova a rinascere.
Nel documentario interviene anche il Commissario speciale dell’ONU per il diritto a un ambiente sano, Marcos A. Orellana, che richiama l’attenzione internazionale sulle conseguenze dell’inquinamento industriale. Secondo i dati dell’Agenzia Europea per l’Ambiente, solo nel 2021 il sito siderurgico ha generato danni stimati in oltre un miliardo di euro, una cifra ben superiore ai 795,6 milioni del Just Transition Fund assegnato a Taranto.
Il progetto è collegato all’inchiesta europea “Taranto, Sacrifice Zone”, pubblicata nel 2024 in collaborazione con il network Correctiv.Europe. Il film è dedicato a Celeste Fortunato, giovane madre del quartiere Tamburi, simbolo delle ingiustizie ambientali subite.
“Taranto non è solo la città dell’ILVA – afferma l’attore Michele Riondino, tra i protagonisti – ma di bellezza, cultura e futuro”. L’obiettivo, ribadisce Battaglia, è quello di rendere accessibile il racconto alle nuove generazioni, come i ragazzi di Fridays for Future, e promuovere una cultura diffusa della giustizia ambientale.
La distribuzione sarà partecipata: il film sarà visibile online su OpenDDB dall’11 al 21 giugno e intraprenderà un tour nazionale ed europeo con proiezioni in Assisi, Taranto, Udine, Trieste, Roma, Varese, e in molte altre città, su iniziativa di scuole, università, festival e comunità locali.
Il calendario aggiornato delle proiezioni è disponibile su tarantochiama.cittadinireattivi.it e sui canali ufficiali del progetto.