Ex Ilva di Taranto (foto Todaro/AntennaSud)
Ex Ilva di Taranto (foto Todaro/AntennaSud)

Europa Verde/AVS lancia un duro attacco all’accordo presentato dal ministro Adolfo Urso per il rilancio dell’ex Ilva, definendolo un’operazione di facciata priva di trasparenza e fondata su promesse irrealistiche.

Secondo i rappresentanti del partito ambientalista, il piano del governo rappresenterebbe una strategia propagandistica che ignora il parere dell’Istituto Superiore di Sanità e cela atti fondamentali. Mentre si promuove una visione industriale futuristica, che include impianti DRI, rigassificatori e dissalatori, nella realtà si confermano altri 14 anni di utilizzo del carbone e una produzione a 6 milioni di tonnellate annue.

In particolare, preoccupa la previsione di un rigassificatore nel porto di Taranto, in un’area classificata a rischio Seveso. “Si tratta di una bomba ambientale in un territorio già fortemente compromesso” affermano i portavoce.

Il movimento contesta inoltre la scomparsa dai progetti dell’idrogeno verde e la comparsa di nuovi esuberi. L’accordo di programma viene ritenuto uno strumento per ottenere il consenso dei sindacati senza reali garanzie, mentre il riesame dell’AIA – ancora non rilasciata – procederebbe attraverso una procedura giudicata “opaca e priva del coinvolgimento dei cittadini”.

Secondo Europa Verde, legare il rilascio dell’AIA all’accordo di programma equivale a un tentativo di deresponsabilizzazione politica che violerebbe norme ambientali e procedure legali.

Nella giornata odierna, una delegazione di Europa Verde ha incontrato il sindaco di Taranto, Piero Bitetti, condividendo le sue riserve espresse al ministro e ribadendo il no sia all’AIA sia al rigassificatore, considerati una minaccia per lo sviluppo sostenibile del porto e della città.

“Sosterremo ogni decisione coraggiosa che il sindaco vorrà intraprendere”, affermano Rosa D’Amato, Gregorio Mariggiò, Giovanni Carbotti e Antonio Lenti, tracciando una netta linea di demarcazione tra chi continua a sacrificare il territorio e chi, invece, sceglie di difendere salute, ambiente e diritti dei lavoratori.