Sparatoria a Taranto, D’Errico: “Non basta più indignarsi”
L’esponente UDC: “Degrado sociale e criminalità, bisogna siglare un patto per il rilancio del quartiere Tamburi”

“Un morto, tre feriti, decine di colpi di pistola esplosi in pieno centro abitato. Non siamo in un teatro di guerra, ma nel quartiere Tamburi di Taranto”. Così Francesco D’Errico, dirigente dell’UDC, ha commentato la tragica sparatoria avvenuta nella serata di mercoledì 16 luglio nella zona delle cosiddette “case parcheggio” tra via Machiavelli e via Lisippo: un uomo ha perso la vita e tre persone sono rimaste ferite, due delle quali in gravi condizioni.
Per D’Errico non si tratta di un evento isolato, ma dell’ennesima manifestazione di un degrado sociale e ambientale ormai radicato nel tessuto del rione. “Il quartiere Tamburi vive da troppi anni schiacciato tra due emergenze: quella sanitaria e quella sociale. Qui si interviene sempre in emergenza, ma non si affrontano mai le vere cause del disagio”.
L’esponente UDC punta il dito contro le istituzioni che, a suo avviso, non hanno saputo garantire una presenza costante nel territorio. “Lo Stato non è solo la polizia. È la scuola, il lavoro, l’assistenza sociale, la presenza quotidiana e concreta. Dove mancano queste componenti, avanza la criminalità”.
D’Errico propone la creazione di un “Patto per i Tamburi”, un programma straordinario da portare in sede regionale e da finanziare con risorse europee e fondi strutturali. Il progetto dovrebbe coinvolgere tutte le istituzioni, le scuole, le parrocchie, le associazioni, le forze dell’ordine e i cittadini, con l’obiettivo di avviare un processo di riqualificazione sociale e urbana. Tra le misure auspicate: edilizia dignitosa, spazi per l’infanzia, percorsi formativi, supporto psicologico, centri di aggregazione e un sistema di monitoraggio continuativo.
“Non possiamo continuare ad accettare che un intero quartiere venga lasciato indietro mentre il resto della città prova a guardare avanti - ha aggiunto -. Taranto è una città divisa in due: da un lato chi vive, dall’altro chi sopravvive. E quando la criminalità torna a sparare per strada, ci sta dicendo che chi è stato dimenticato non ha più nulla da perdere”.
D’Errico conclude sottolineando che la vera emergenza non è soltanto quella della sicurezza, ma soprattutto quella dell’abbandono. “Chi parla solo di regolamenti di conti sta sbagliando prospettiva. Qui c’è un grido di aiuto che non possiamo più ignorare. Se la politica vuole essere credibile, deve rispondere con proposte serie e immediate”.