Taranto: Ex Ilva, stop a 145 imprese d'appalto

CRONACA
12.11.2022 18:58

Acciaierie d'Italia sospende l'attività di 145 ditte dell'appalto e chiede di liberare i cantieri entro lunedì. Una decisione inattesa che ha scatenato l'ira dei sindacati e delle istituzioni locali. "Fossi nel premier Giorgia Meloni - ha tuonato il sindaco e presidente della Provincia di Taranto Rinaldo Melucci - farei quello che nessuno ha avuto sinora il coraggio di fare, caccerei subito ArcelorMittal a pedate, con la stessa eleganza con cui loro hanno trattato tutti i precedenti Governi della Repubblica dal 2017 ad oggi". Nella comunicazione alle ditte, Acciaierie scrive che "sopraggiunte e superiori circostanze ci inducono a comunicarvi, con particolare rammarico, la necessità di sospendere le attività oggetto degli ordini, nella rispettiva interezza, prevedibilmente fino al 16 gennaio 2023, oppure fino all'anteriore data prevista dagli ordini quale termine di consegna". Riguardo "alla ripresa delle attività, seguiranno in ogni caso - afferma l'ex Ilva - nostre comunicazioni. Confermiamo l'interesse alla prosecuzione delle attività e delle opere appaltate e a tale riguardo sarà nostra cura comunicarvi ogni utile aggiornamento non appena possibile". Per il primo cittadino di Taranto, "la verità è semplicemente che Acciaierie d'Italia, purtroppo ancora condotta da Arcelor Mittal, continua a infischiarsene di Taranto e dell'Italia, a dispetto del nome del sodalizio. Ormai la si potrebbe considerare alla stregua di una permanente estorsione di Stato". Se Acciaierie d'Italia "e l'Ad Lucia Morselli - osservano il segretario nazionale Fim Cisl, Valerio D'Alò, e il segretario generale aggiunto della Fim Cisl Taranto-Brindisi, Biagio Prisciano - pensano di utilizzare questa situazione per premere sul governo e cercare di ottenere le risorse del miliardo di euro del Decreto Aiuti, hanno sbagliato i conti e vedranno l'opposizione del sindacato". L'azienda "improvvisamente - sostengono Gianni Venturi, responsabile nazionale siderurgia per la Fiom-Cgil, e Giuseppe Romano, segretario generale Fiom-Cgil di Taranto - scopre di essere in difficoltà nonostante le rassicurazioni dell'Ad di Arcelor Mittal, di circa un mese fa, in cui ci comunicava che nonostante le piccole riduzioni della capacità produttiva dovute all'emergenza gas, lo stabilimento della ex Ilva di Taranto era molto forte, in ottima salute. È del tutto evidente che tale scelta, avvenuta con le solite modalità arroganti della multinazionale, è l'ennesima provocazione da parte dell'attuale management aziendale". "Lunedì 14 novembre - ricorda il segretario generale Uilm di Taranto Davide Sperti - avevamo già organizzato con tutte le altre sigle sindacali, e con i parlamentari ionici, un incontro per fare il punto della situazione. Nella stessa giornata proclameremo azioni di protesta immediate". (ANSA).

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