Fabio Matacchiera
Fabio Matacchiera

Mentre proseguono le ricerche per ritrovare i tre dispersi in mare al largo della costa tarantina, Fabio Matacchiera, esperto subacqueo, ha fornito sui social una riflessione tecnica per cercare di dare una spiegazione plausibile su quanto potrebbe essere accaduto nella mattinata di domenica 29 giugno.

Secondo Matacchiera (campione italiano di nuoto di gran fondo negli anni 1985 e 1986, protagonista di numerosi ritrovamenti archeologici sottomarini insieme ai sommozzatori della Soprintendenza e della Guardia di Finanza), l’imbarcazione potrebbe aver subìto un’avaria al motore che, sommata al forte vento e al mare molto formato (forza 4-5), l’avrebbe resa ingovernabile. A quel punto, potrebbe essersi posizionata “di traverso” rispetto alla corrente assorbendo l’impatto diretto delle onde sulla fiancata, imbarcando acqua fino ad affondare nel giro di pochi minuti.

Matacchiera ipotizza che a bordo non sia stato possibile lanciare l’allarme in tempo, né con i cellulari né con i dispositivi di emergenza come razzi o fumogeni. “Probabilmente non hanno fatto in tempo”, scrive.

Un altro aspetto critico, secondo l’esperto, sarebbe l’eventuale mancanza dei giubbotti salvagente indossati, fondamentale in condizioni di vento e pericolo. “I giubbotti dovevano essere indossati subito e il comandante doveva pretenderlo assolutamente. Sarebbero potuti sopravvivere, rimanendo a galla e visibili ai mezzi aerei della Guardia di Finanza e della Marina Militare”.

Infine, Matacchiera sottolinea come “probabilmente siano stati commessi errori sin dall’inizio, prendendo il largo con quel vento, in un mare in cui certe cose si possono pagare con la vita”.

Le operazioni di ricerca sono ancora in corso, mentre le parole dell’esperto offrono una chiave tecnica per comprendere la drammaticità dell’accaduto.