Taranto: segretario CGIL scrive all'arcivescovo Mons. Miniero

Giovanni D’Arcangelo, segretario generale della CGIL di Taranto
CRONACA
04.10.2023 13:35

Giovanni D’Arcangelo, segretario generale della CGIL di Taranto, scrive all'Arcivescovo Mons. Ciro Miniero facendo riferimento al patto di collaborazione proposto durante il suo discorso di insediamento.
 

Gentile Monsignore,

Ho avuto modo di leggere dalla stampa stralci del suo discorso di insediamento come vescovo “titolare” della Diocesi di Taranto, e in quelle parole colgo un segno di speranza anche per il mondo del lavoro così dilaniato dalle crisi, dalle promesse infrante, e a volte dal disinteresse.

Ma oltre al passaggio sul tema più propriamente connesso al mio ruolo, mi ha colpito, non le paia singolare, quello tratto dal Vangelo secondo Matteo che recita “chiunque si farà piccolo come questo bambino, costui è il più grande nel regno dei cieli…”.

Io sono segretario generale della CGIL di Taranto da quasi un anno, e malgrado abbia una visione laica della mia missione, interpreto questo incarico elettivo con la responsabilità di chi ha il dovere di percorrere tutte le strade necessarie alla crescita armonica di tutta la comunità.

Perchè qui i bambini, non me ne voglia Monsignore, non sono solo offesi dagli effetti di quel “colore rosso dei guard-rail”, ma un disimpegno diffuso della politica e delle istituzioni, verso un serio cambio di paradigma sociale, economico, culturale dei singoli territori.

Non le farà difetto la conoscenza di questa travagliata società di cui è diventato pastore. Non le mancherà l’occasione di venire a contatto con le periferie geografiche ma anche sociali in cui adulti senza lavoro, fragili, anziani e soprattutto minori condividono una legittima preoccupazione verso il futuro.

Ecco perché come lei stesso afferma c’è bisogno di un nuovo “patto di collaborazione” tra chi può, chi deve, chi ha desiderio di fare a cominciare dai più piccoli.

La città, per via della sua storia industriale, ambientale e sanitaria, sulla carta è oggetto di importanti finanziamenti rivenienti soprattutto dal Just Transition Fund.

Investimenti che però per noi non possono richiamare solo il mondo del business, del profitto o del mercato, ma come nell’etimologia della parola latina “coprano di una veste” le nudità di questo corpo sociale.

Per noi investire nell’infanzia signifca questo: fornire strumenti ai minori, circondarli di cure, ma sostenere anche la genitorialità o il lavoro di cura, educazione, assistenza.

Non bastano le pietre, servono gli uomini e le donne di buona volontà.

Il mandato “laico” di questa segreteria CGIL sarà questo: costruire un po’ alla volta la prospettiva che consenta ai lavoratori di oggi e di liberarsi dal “ricatto” e a quelli di domani di scegliere se restare o andar via.

La CGIL a quel “patto di collaborazione” vuol partecipare, anche vigilando “eticamente” su quegli investimenti e continuando a fare quello che anche la Chiesa continua a fare in ogni quartiere: essendoci e dando risposte.

Le nostre mappe del bisogno potrebbero essere sovrapponibili o fornire elementi nuovi, ma è da lì che bisogna ripartire per ricostruire quella prospettiva che sa di diritti, lavoro, salute e responsabilità.

Colgo l’occasione per inviarle un augurio di Buon cammino da parte mia e di tutta la CGIL di Taranto e per rivolgerLe l’invito ad un prossimo incontro con una nostra rappresentanza territoriale per sancire quel patto di collaborazione che siamo pronti a sottoscrivere nell’interesse del bene comune,

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