Come sarà il dissalatore
Come sarà il dissalatore

A Taranto prende forma il progetto “Acqua per Taranto”, l’infrastruttura che garantirà sicurezza idrica a 385 mila cittadini. Da lunedì 6 ottobre partiranno i primi cantieri diffusi, sia sul tracciato delle condotte che nell’area destinata al dissalatore. Le attività saranno accompagnate dai monitoraggi ambientali e dalla bonifica preventiva di eventuali ordigni bellici.

Il sito prescelto, di circa due ettari e distante un chilometro dal fiume Tara, sarà progressivamente liberato dagli agrumi presenti. Le piante saranno sostituite con nuove messe a dimora, mentre l’Acquedotto Pugliese (AQP) ha pubblicato una manifestazione di interesse per l’adozione di 1.500 nuovi alberi di agrumi, coinvolgendo cittadini, associazioni, enti e aziende agricole. Per gli ulivi sarà invece previsto il reimpianto in fase climatica favorevole, in accordo con i proprietari e nel rispetto delle normative regionali.

Antonio De Leo

Il nuovo dissalatore utilizzerà una presa idrica già disponibile, gestita da Acque del Sud, senza alcun intervento diretto sul Tara. Il fiume continuerà a scorrere e sarà oggetto di monitoraggi costanti, insieme a interventi di riqualificazione ambientale che miglioreranno l’accessibilità e il percorso ciclabile lungo le sue sponde. “Si tratta di un’opera necessaria ed ecosostenibile perché garantisce a Taranto una nuova fonte di approvvigionamento idrico, mettendo in sicurezza la comunità. Con questo progetto rendiamo operativa una nuova direttrice strategica, in piena coerenza con le attività di risanamento delle reti e con il riuso a fini irrigui”, sottolinea Antonio De Leo, direttore industriale di AQP.

Il dissalatore rappresenta una risposta alla crisi climatica che colpisce il Mediterraneo e il Sud Italia, territori vulnerabili e dipendenti da una sola fonte extraregionale, lo schema Sinni-Pertusillo. L’impianto permetterà anche di ridurre l’utilizzo dei pozzi, contribuendo alla protezione della falda minacciata dall’intrusione salina.

Progettata secondo i criteri della Tassonomia ambientale europea, la struttura utilizzerà il sistema a osmosi inversa ed energia 100% verde. Sarà collegata a due condotte: una di 14 chilometri, di cui 5 realizzati con tecnologia no-dig, per trasportare fino a 650 litri al secondo al serbatoio di Taranto; l’altra di 4,5 chilometri, che convoglierà l’acqua residuale nell’area del molo polisettoriale, con caratteristiche compatibili con l’ecosistema marino.

La manifestazione di interesse per l’adozione dei nuovi agrumi, disponibile sul sito di AQP, intende garantire un percorso di cura pluriennale in aree dotate di impianto irriguo e gestite secondo criteri sostenibili. La selezione avverrà sulla base dell’idoneità dei terreni, dell’esperienza nella cura delle piante e della capacità di applicare pratiche agronomiche rispettose dell’ambiente.

“Acqua per Taranto” segna così l’avvio concreto di un progetto strategico che unisce sicurezza idrica, innovazione tecnologica, energia verde e valorizzazione ambientale del territorio.