Xylella, Confagricoltura Puglia: “Ritardi ARIF minacciano i vigneti”
Antonello Bruno: “Tempi inaccettabili per l’eradicazione, serve una risposta rapida non un bis del 2013”

Confagricoltura Puglia lancia l’allarme per i gravi ritardi nelle operazioni di eradicazione delle viti colpite da Xylella fastidiosa, con interventi dell’ARIF che, in alcune zone, arrivano anche dopo sette mesi dall’ordinanza di abbattimento. Tempi che, secondo l’organizzazione, mettono seriamente a rischio la tenuta dei vigneti pugliesi, in particolare nella provincia di Bari, dove la diffusione del batterio è sempre più preoccupante.
“La Xylella non aspetta - dichiara Antonello Bruno, presidente regionale di Confagricoltura -. Ogni giorno di ritardo è un’opportunità in più per il batterio di propagarsi. Ritardare l’eliminazione delle piante infette significa trasformare i focolai in epicentri di contagio”.
Confagricoltura punta il dito anche contro l’attuale governance dell’ARIF, guidata dalla stessa persona che ricopre la presidenza del Consorzio di Bonifica del Centro-Sud Puglia. “Sono ruoli di grande responsabilità, che richiedono dedizione assoluta,” osserva Bruno che chiede al presidente della Regione Michele Emiliano di procedere con nomine distinte per i due incarichi, così da garantire una gestione più efficace e tempestiva delle emergenze agricole.
La Xylella fastidiosa subsp. fastidiosa, già nota per essere la causa della malattia di Pierce, rappresenta una nuova minaccia per le vigne pugliesi, dopo il devastante attacco che, nel 2013, colpì gli olivi del Salento. Allora fu la sottospecie pauca a distruggere milioni di alberi, provocando danni economici superiori al miliardo di euro e trasformando radicalmente il paesaggio agricolo del sud della regione.
“Pagammo l’indecisione e i rinvii, arrivando perfino a dare ascolto a tesi negazioniste - ricorda Bruno -. Oggi, con la vite, non possiamo permetterci di ripetere gli stessi errori. Il danno non riguarderebbe solo l’agricoltura, ma anche il turismo enogastronomico, che in Puglia è una leva strategica di sviluppo”.
L’appello di Confagricoltura è duplice: da un lato si chiede alla Regione di risolvere i nodi gestionali dell’ARIF, dall’altro si invitano i viticoltori a monitorare con attenzione i propri impianti, segnalando sintomi sospetti come foglie bruciate, germogli appassiti o grappoli secchi. “Solo una reazione collettiva, tempestiva e fondata sulla scienza può evitarci un nuovo disastro”, conclude Bruno.