ASL Taranto - Direzione (foto Massimo Todaro)
ASL Taranto - Direzione (foto Massimo Todaro)

La ASL Taranto interviene con una nota ufficiale per fare chiarezza sulla situazione dell’Unità di Terapia Intensiva Neonatale (UTIN) dell’ospedale SS. Annunziata di Taranto, in seguito a recenti notizie che parlavano di una possibile chiusura o riduzione del servizio.

La Direzione strategica precisa che l’UTIN, collocata nel presidio ospedaliero centrale del capoluogo ionico, continua a operare regolarmente e rappresenta da anni una struttura di alto livello, in un contesto che registra oltre duemila parti l’anno. Solo nei primi tre mesi del 2025, l’unità ha seguito quasi 490 neonati, in linea con i dati degli anni precedenti. “Le variazioni registrate – si legge nella nota – sono lievi e imputabili con ogni probabilità al calo demografico”. L’indice di natalità in Puglia è attualmente di 1,16 per donna, al di sotto della media nazionale di 1,18.

L’unità si occupa di neonati a termine e prematuri fino alla 32ª settimana di gestazione, gestendo anche casi complessi come patologie congenite, infettive, neurologiche e di sviluppo. Il personale comprende ausiliari, OSS, infermieri e medici, tra cui quattro strutturati di lunga esperienza e tre giovani medici in formazione specialistica, che completeranno il percorso a gennaio 2026.

Importanti novità riguardano il potenziamento dei servizi, grazie anche alla collaborazione con l’associazione “Delfini e neonati”, promotrice dell’ambulatorio di follow up neurologico per neonati a rischio. Questo nuovo presidio garantisce un percorso di assistenza continuativa, supportato da specialisti in psicologia clinica, fisiatria e neurosviluppo, per accompagnare i piccoli pazienti dalla nascita fino all’anno di età e oltre.

A dirigere l’unità è la dottoressa Lucrezia De Cosmo, figura di rilievo a livello nazionale, che ricopre anche l’incarico di segretaria del Gruppo di Studio “Neurologia e follow up” della Società Italiana di Neonatologia (SIN).

La ASL conferma, infine, la piena aderenza agli standard regionali e l’attivazione, se necessario, del Servizio di Trasporto in Emergenza Neonatale (STEN) per quei casi che richiedano cure iperspecializzate, pari allo 0,9% dei parti totali.

“L’attività dell’UTIN è pienamente operativa e anzi arricchita da nuovi servizi che rafforzano la presa in carico dei neonati più fragili”, conclude la nota dell’azienda sanitaria.