Da sx: Gennaro Oliva e Ignazio Barbuto
Da sx: Gennaro Oliva e Ignazio Barbuto

“Non è tollerabile investire milioni di euro in missioni internazionali e contemporaneamente negare il giusto compenso ai lavoratori civili che hanno contribuito al successo della Difesa. I dipendenti civili non sono lavoratori di serie B: il loro impegno e la loro professionalità devono essere riconosciuti”. Con queste parole Ignazio Barbuto, coordinatore della RSU dell’Arsenale di Taranto (MARINARSEN), denuncia una situazione definita ormai insostenibile.

Da oltre diciotto mesi, il personale civile del Ministero della Difesa in servizio presso l’Arsenale non percepisce i compensi per le ore di lavoro straordinario già effettuate. “Parliamo di prestazioni autorizzate e svolte con senso del dovere che hanno garantito attività cruciali come quelle del Settore Bacini, fondamentali per la manutenzione e l’efficienza delle Unità Navali – spiega Barbuto -. Eppure, nonostante sacrifici e disponibilità, non è stato corrisposto un euro”.

Secondo la RSU, la vicenda nasce da una gestione discutibile: la Direzione dell’Arsenale ha autorizzato ore extra pur sapendo di aver superato i limiti delle risorse disponibili per i bilanci 2024 e 2025. A ciò si è aggiunta la comunicazione che lo Stato Maggiore Marina non accrediterà ulteriori fondi, costringendo da settembre 2025 alla sospensione degli straordinari, con conseguenze dirette sulle attività operative fino almeno al primo trimestre del 2026.

Un esempio emblematico riguarda la missione “Mare Aperto” del 2024: per ventidue giorni i civili imbarcati hanno garantito assistenza continuativa, senza però ricevere alcun riconoscimento economico, al contrario del personale militare. “È una disparità inaccettabile e profondamente ingiusta”, sottolinea Barbuto.

La denuncia riguarda anche il futuro. “Non si tratta solo di pagare gli arretrati – aggiunge – ma di garantire risorse strutturali per gli anni a venire. L’Arsenale è il cuore operativo della Marina Militare e non può essere gestito in emergenza. Occorre rispetto per i lavoratori, senza i quali la Difesa rischia di fermarsi”.

Ad aggravare il quadro è la cronica carenza di organico, con concorsi insufficienti e assunzioni troppo lente. “Le competenze restano concentrate su pochi dipendenti, spesso proprio quelli che attendono i pagamenti. Senza un’inversione di rotta, programmazione delle manutenzioni, sicurezza e risposta in emergenza saranno compromesse”, avverte Barbuto.

A sostegno della vertenza si schiera anche la UIL di Taranto, con il coordinatore territoriale Gennaro Oliva: “La UIL sarà al fianco dei lavoratori in ogni iniziativa. Non è tollerabile che in una città già segnata da gravi problemi occupazionali e sociali si consumino ingiustizie simili. Non è solo una questione di salario, ma di dignità e della tenuta di un presidio strategico per l’Italia intera”.