Gennaro Oliva
Gennaro Oliva

“Taranto non può più aspettare”. Alla vigilia dell’insediamento del nuovo Consiglio comunale e del giuramento del sindaco Piero Bitetti, la UIL di Taranto lancia un appello alle istituzioni cittadine, chiedendo un cambio netto nella gestione della città. A farsi portavoce dell’allarme è il coordinatore Gennaro Oliva, che chiede discontinuità, coraggio e scelte fuori dall’ordinario: “La normalità, oggi, non basta”, afferma.

La fotografia scattata dalla UIL è impietosa: disoccupazione al 10,8%, rischio povertà al 39%, 99° posto per qualità della vita nella classifica de Il Sole 24 Ore. A questi dati si aggiungono la crisi del commercio – con una perdita del 22% delle attività negli ultimi tre anni – e l’incertezza che ancora grava sulla vertenza ex Ilva, con 3.500 lavoratori in cassa integrazione, e su quella dei lavoratori ex TCT, da anni sospesi tra promesse e attese.

La mitilicoltura del Mar Piccolo, settore simbolico per Taranto, è in piena crisi: morie di prodotto e sequestro degli impianti hanno portato al riconoscimento dello stato di calamità naturale.

Preoccupante anche la situazione abitativa, con un aumento delle famiglie in attesa di un alloggio popolare e un’impennata delle occupazioni. “La casa è un diritto negato a troppi cittadini”, denuncia Oliva.

Sul fronte sanitario, il quadro è altrettanto grave. Il Pronto soccorso del SS. Annunziata è in costante sovraccarico, con pazienti costretti ad attese lunghissime. Crescono le aggressioni contro il personale, mentre il nuovo ospedale San Cataldo rimane chiuso, senza una data certa per il completamento dei lavori. “È inaccettabile che ci si ammali e non ci si possa curare”, attacca la UIL.

La città è anche in piena emergenza rifiuti: interi quartieri, compresa l’area davanti al cimitero San Brunone, sono invasi da cumuli di spazzatura. “Non possiamo attendere oltre: il nuovo CdA dell’azienda dei rifiuti deve rappresentare una svolta reale”, avverte Oliva. “La pazienza dei cittadini è finita”.

Infine, la questione sicurezza. Gli episodi di sparatorie, come quella nel quartiere Tamburi, e di auto incendiate sono segnali di un’escalation preoccupante. “Non possiamo assuefarci al degrado. La politica deve smettere di essere spettatrice”.

Oliva chiude con un messaggio forte: “Taranto merita rispetto, non mediazioni al ribasso. Chi guida questa città faccia scelte coraggiose, non dettate dal manuale Cencelli. La UIL è pronta a collaborare, ma ora servono risposte concrete”.