Martina Franca
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Dal 1° agosto 2025, entreranno in vigore a Martina Franca le nuove tariffe della tassa di soggiorno, con un aumento da 1 a 1,50 euro per gli alberghi e da 80 centesimi a 1 euro per le strutture extra-alberghiere. La notizia, appresa casualmente dagli operatori turistici, ha scatenato reazioni critiche da parte delle rappresentanze di categoria, che denunciano l’assenza di un confronto istituzionale e la mancata comunicazione ufficiale.

A farsi portavoce del malcontento è stato il Tavolo dell’Osservatorio del Turismo, riunitosi d’urgenza presso la sede di Confcommercio Martina Franca, con la partecipazione di Federalberghi, Federalberghi Extra, Pro Loco e Associazione Magica Valle d’Itria. Gli operatori lamentano l’effetto a catena che gli aumenti avranno sull’attività ricettiva, nel pieno della stagione estiva e con prenotazioni acquisite da mesi.

“Quel che è più grave è che la notizia è circolata in una chat privata, senza alcuna comunicazione ufficiale alle imprese o alle loro rappresentanze”, ha dichiarato Michele Deanna, presidente di Confcommercio Martina Franca

Già nel dicembre 2024, l’Amministrazione comunale aveva deliberato l’aggiornamento delle tariffe, salvo poi sospenderne l’applicazione. Anche nell’ultima convocazione del Tavolo, avvenuta nel maggio 2025, i rappresentanti del Comune non avevano fornito indicazioni precise sulla data di decorrenza. La decisione definitiva è arrivata il 17 luglio 2025, con la pubblicazione dell’avviso sul sito istituzionale, senza invio preventivo di PEC alle associazioni di categoria.

Una modalità operativa che l’Osservatorio del Turismo definisce “non rispettosa del dialogo sociale e delle relazioni interistituzionali”, sottolineando come l’efficacia della tassa dipenda dalla sua finalizzazione trasparente al miglioramento dei servizi turistici.

“La tassa di soggiorno può essere accettata se vissuta come un contributo a progetti condivisi - si legge nella nota dell’Osservatorio -, ma se percepita come un ulteriore costo imposto dall’alto, rischia di penalizzare l’intero comparto”.

Le associazioni di categoria chiedono ora chiarezza sull’utilizzo delle risorse derivanti dalla tassa e si dichiarano indisponibili a tollerare ulteriori decisioni prese in assenza di confronto e trasparenza istituzionale.