“I dati resi noti dall’INPS nel Rendiconto Sociale Provinciale 2024 restituiscono l’immagine di una provincia in profonda sofferenza occupazionale e sociale”. È l’allarme lanciato da Gennaro Oliva, coordinatore territoriale della UIL di Taranto, che invita la politica a “cambiare rotta e agire con responsabilità”.

Nonostante un lieve saldo positivo tra assunzioni e cessazioni, Taranto resta fanalino di coda in Puglia e in Italia per i principali indicatori del lavoro: il tasso di occupazione si ferma al 40,7% (contro il 51,2% regionale e il 62,2% nazionale). La disoccupazione colpisce in modo particolare donne e giovani. “Il lavoro femminile continua a essere marginalizzato e questo si riflette anche nelle pensioni, dove si conferma un gender gap inaccettabile”, spiega Oliva.

Il contesto industriale rimane segnato dalla crisi dell’ex Ilva e del suo indotto. Delle 19.666 posizioni regionali di Cassa Integrazione Straordinaria, quasi il 60%, pari a 10.813, è concentrato nella provincia ionica. “Un dato che fotografa la dipendenza da un modello industriale insostenibile, incapace di offrire stabilità e prospettive”, aggiunge Oliva.

Il quadro sociale è altrettanto preoccupante: nel 2024 si contano oltre 40.900 trattamenti di invalidità civile, con il 60% destinato a donne. Crescono anche le richieste di sostegno economico, con 14.054 domande per l’Assegno di Inclusione e 2.717 per il Supporto Formazione Lavoro. “Dietro questi numeri ci sono famiglie che non ce la fanno, lavoratori espulsi dal sistema produttivo e giovani costretti a emigrare”, sottolinea il coordinatore.

Emblematico anche il crollo delle pensioni anticipate di Opzione Donna, passate da 142 nel 2022 a sole 21 nel 2024. “Un segnale chiaro di politiche che continuano a penalizzare le donne, già provate da carriere discontinue e salari più bassi”, osserva Oliva.

Per la UIL di Taranto, i dati INPS devono segnare un punto di svolta: “Serve un nuovo modello di sviluppo fondato su occupazione stabile, sicurezza e pari opportunità. Il futuro di Taranto non può essere il declino ma la rinascita”.

Oliva conclude con un appello alla responsabilità politica: “Negli ultimi anni Taranto ha pagato il prezzo dell’immobilismo. Il futuro non si costruisce con promesse ma con scelte coraggiose. Taranto merita rispetto, impegno reale e un nuovo inizio fondato sul lavoro e sulla dignità delle persone”.